L’impiego di Zenalpha ® nella gestione della sedazione del cane con esempi pratici forniti dalla prof.ssa Romagnoli (UNIBO).

In un webinar formativo del 20231, organizzato da Dechra in collaborazione con Cogito Ergo Vet, la prof.ssa Noemi Romagnoli (Dipartimento Scienze Mediche Veterinarie dell’Università di Bologna) ha presentato – Zenalpha® – un nuovo e innovativo prodotto in anestesiologia, commercializzato per la prima volta in Italia, ma già in uso in altri Paesi, e ne ha spiegato le possibilità di utilizzo nella pratica clinica. La relatrice ha, inoltre, illustrato le caratteristiche delle molecole presenti nel prodotto, portando a favore della platea la sua esperienza clinica.

I principi attivi di Zenalpha®: medetomidina e vatinoxan

Zenalpha® nasce dall’innovativa combinazione di un farmaco già utilizzato da decenni, la medetomidina un alfa-2 agonista (presente alla concentrazione di 0,5 mg/ml), con il vatinoxan, una molecola alfa-2 antagonista (alla concentrazione di 10 mg/ml). Il flacone contiene 10 ml di prodotto e, una volta aperto, ha la durata di tre mesi.

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Zenalpha ® soluzione iniettabile per cani.
© Dechra

La medetomidina è il farmaco in utilizzo da più tempo e il più studiato: ha azione di agonista dei recettori alfa-2 adrenergici, a livello di sistema nervoso centrale inibisce il rilascio di noradrenalina, determinando effetto sedativo e analgesico.

I recettori alfa 2 – suddivisi in a, b e c – sono però localizzati anche a livello periferico, e responsabili di molti degli effetti collaterali che il medico veterinario non ama quando utilizza questa molecola: vasocostrizione, ipertensione, bradicardia, ipotermia, iperglicemia da stimolazione delle cellule beta pancreatiche. Tali effetti sono sempre dose dipendenti.

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I principali effetti della medetomidina seconda i dati in letteratura.

Per quanto riguarda il vatinoxan, una molecola studiata da un decennio, è un antagonista periferico selettivo dei recettori alfa-2, che, rispetto all’atipamezolo, utilizzato per antagonizzare gli effetti della medetomidina (o dexmedetomidina), possiede caratteristiche diverse e uniche.

La prima importante considerazione da fare è che questa molecola non attraversa la barriera emato-encefalica e si lega quindi solo ai recettori alfa-2 periferici riducendo gli effetti collaterali a livello cardiovascolare, ma senza influire sulla sedazione o sull’analgesia.

Inoltre, modifica anche la PK della medetomidina, diminuendo il tempo di insorgenza della sedazione (5-15 minuti) e determinando un risveglio più rapido. Questi effetti permetterebbero di evitare l’utilizzo di atipamezolo per il risveglio.

Una combinazione che fa la forza

La medetomidina viene utilizzata nella pratica clinica ove è necessario immobilizzare l’animale per un breve periodo (30-45 minuti), specialmente se questo è poco collaborativo, ottenendo un’ottima sedazione e analgesia con miorilassamento.

Si è visto, pero, che questa molecola e responsabile di numerosi effetti collaterali, soprattutto a livello cardiovascolare, per cui molti professionisti ne limitano l’utilizzo.

Il vatinoxan, presente nell’associazione, consente invece di ridurre al minimo gli effetti collaterali a livello circolatorio, mantenendo frequenza e gittata cardiaca più vicine a quella fisiologica del paziente pur mantenendo una buona sedazione e analgesia.

Gli alfa-2 agonisti come la medetomidina causano inoltre ipotensione che spesso si associa a quella indotta dall’isoflurano: anche in questo senso Zenalpha® può essere molto utile a contrastare tale effetto.

La prof.ssa Romagnoli ha analizzato come, da foglietto illustrativo, il dosaggio di Zenalpha® varia in base alla superficie corporea, quindi, diminuisce all’aumentare della taglia: in particolare, il dosaggio di medetomidina varia da 30 a 50 μg/ kg. Quindi, al fine di valutare in maniera corretta l’efficacia del farmaco, ha deciso di somministrare Zenalpha® a dosaggi di medetomidina più bassi, in particolare quelli normalmente utilizzati nella pratica clinica da anni.

In questo modo ha potuto confrontare esattamente la differenza tra l’utilizzo di sola medetomidina e quello dell’associazione con vatinoxan.

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Sedazione mediante i dosaggi di Zenalpha® suggeriti dalla prof.ssa Romagnoli, in base alla sua esperienza.
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Anestesia con i dosaggi di Zenalpha® suggeriti dalla prof.ssa Romagnoli, in base alla sua esperienza.

Dalla teoria alla pratica: 4 casi clinici

La prof.ssa Romagnoli, ha poi presentato quattro casi clinici pratici esemplificativi (su un totale di 40 cani) per valutare gli effetti del farmaco in varie condizioni cliniche.

  • Nel primo caso clinico, un soggetto di 15 kg, maschio, ASA (American Society of Anesthesiologists) II, con una zoppia, molto agitato e poco collaborativo, doveva essere sottoposto ad esami radiografici. La somministrazione di Zenalpha ® (15 μg/kg medetomidina e metadone 0,2 mg/kg IM) ha portato a un ottimo grado di sedazione dopo 8 minuti, con facile posizionamento del catetere endovenoso (20 G), e standing dopo 35 minuti dalla sedazione. Il monitoraggio ha rilevato stabilità cardiocircolatoria e saturazione con aria atmosferica del 98-99% che è stato possibile facilmente misurare, a differenza di quando si utilizza solo la medetomidina, per via della mancanza di vasocostrizione periferica. Il rapido risveglio è avvenuto in circa 35 minuti; questo è un fattore di cui tenere conto in relazione alla durata prevista delle prestazioni da eseguire.
  • Il secondo caso è stato quello di un cane meticcio di 8 anni, maschio, castrato, di 38,3 kg, ASA 2, con una ferita lacera, molto agitato e spaventato. Si è proceduto alla premedicazione con Zenalpha® (10 μg/kg medetomidina + metadone 0,3 mg kg IM), oltre a una infiltrazione della ferita con ropivacaina al 0,3%. Un ottimo grado di sedazione è stato raggiunto dopo 10 minuti. L’induzione è avvenuta con propofol al dosaggio di 1 mg/kg EV e mantenuto con alogenato. Dopo 90 minuti, il soggetto ha avuto un risveglio disforico. Per questo motivo è stata utilizzata ACP (acepromazina) 10mcg/kg per tranquillizzare l’animale. In questo caso si ipotizza che l’effetto di Zenalpha® si fosse esaurito dopo 90 minuti, e – somministrando in seguito ACP – si è corretto l’inconveniente. Anche in questo caso i vantaggi sono stati stabilità cardiocircolatoria, rapida sedazione, saturazione ottimale. Mentre la MAP (pressione arteriosa media) era borderline. Infatti, intorno ai 65/68/70 di pressione media non si parla di ipotensione, ma si raccomanda di tenere sotto controllo.
  • Il terzo caso è stato quello di un cane meticcio femmina di 13 kg, ASA 1, e due anni di eta, tranquilla, che doveva essere sterilizzata. In questo caso si è pensato di utilizzare Zenalpha® in CRI. Pertanto, dopo la sedazione con Zenalpha® (15 μg/kg medetomidina e metadone 0,3 mg/kg IM), si è utilizzata anche l’infusione di Zenalpha® a 5 μg/kg/h. L’ottima sedazione si è avuta dopo 10 minuti; l’induzione è stata indotta con propofol 2 mg/kg e il mantenimento con isofluorano. Un TAP Block e stato eseguito con ropivacaina 0,3%. La CRI è stata iniziata dopo 30 minuti. Nessuna variazione della frequenza si e verificata, anche a seguito della stimolazione del peduncolo ovarico. In questo caso, oltre agli effetti positivi già visti, si è avuto un risveglio rapido e tranquillo. L’anestesia è stata mantenuta con EISO di alogenato di 0,9-1% senza alcun parametro pressorio o di frequenza alterato. La scelta di utilizzarlo in infusione può essere quindi un’ottima soluzione per interventi di questo tipo.
  • Il quarto caso presentato è stato quello di un cane femmina meticcio, ASA III, di 15 anni e 13 kg di peso, caratterizzata da una serie di problemi (Cushing, iperglicemia poco controllata preoperatoria (516 mg/dl), insufficienza cardiaca classificata ACVIM B2) che doveva effettuare una TC total body. Bisognava ridurre al minimo lo stress, si è quindi utilizzato Zenalpha ® a 5 μg /kg e metadone 0,2 mg/kg. In questo caso una buona sedazione si è avuta dopo 18 minuti, il soggetto era comunque reattivo al posizionamento del catetere e ai rumori. L’induzione è avvenuta con propofol a 3 mg/kg e il mantenimento con alogenato. A questo dosaggio si è avuto quindi una sedazione più lenta, un calo pressorio al momento di collegarsi con l’alogenato, ma comunque nei limiti. La glicemia durante la procedura è calata. Il risveglio e stato rapidissimo e leggermente disforico.

La prof.ssa Romagnoli ha sottolineato che non ha ancora avuto modo di utilizzare Zenalpha® da solo perché è da sua abitudine, come da linee guida, di preferire un approccio multimodale (uso in associazione di farmaci sedativi e oppiacei). Tuttavia, in caso di utilizzo di Zenalpha® solo, la relatrice ha suggerito di incrementare il dosaggio sino anche a 20-30 μg/kg a seconda della taglia dell’animale (20 μg/kg nei cani di grossa taglia e 30 μg/kg nei cani di piccola taglia).

La professoressa ha sottolineato come l’utilizzo di Zenalpha® sia vantaggioso anche in preanestesia e in CRI nell’anestesia generale, poiché permette di diminuire la concentrazione di alogenati, ottenendo una migliore sedazione, e di gestire nel complesso in maniera ottimale gli effetti collaterali sul circolatorio.

Come si è visto, è possibile correggere la disforia successiva alla somministrazione di Zenalpha® utilizzato in premedicazione in associazione a propofol e isofluorano, con l’utilizzo di acepromazina a basso dosaggio, che non impatta sul cardiocircolatorio.

È importante sottolineare che il prodotto è registrato esclusivamente per la sedazione nel cane. Tuttavia, e opinione della prof.ssa Romagnoli che i numerosi studi e le evidenze scientifiche confermano le possibilità di utilizzo di Zenalpha® anche in preanestesia/premedicazione e in infusione nel cane.

Zenalpha® in breve

  • Zenalpha® è indicato per la sedazione e analgesia durante l’esecuzione di procedure ed esami non invasivi, non dolorosi o leggermente dolorosi, destinati a durare non più di 30 minuti. La prof.ssa Romagnoli ha constatato i benefici di Zenalpha® non solo in sedazione ma anche in premedicazione e infusione continua durante il mantenimento dell’anestesia generale. La prof.ssa Romagnoli ha constatato la reale rapidità di insorgenza d’azione e durata d’azione
  • Riduce al minimo gli effetti collaterali cardiovascolari, pur conservando una sedazione e un’analgesia affidabili.
  • Mantiene la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna più vicina ai valori di presedazione, migliorando la gittata cardiaca. Bradicardia e ipotensione centrali sono molto meno marcate rispetto a quelli ottenuti dopo la somministrazione di sola medetomidina.
  • Nessun effetto collaterale quali tremori muscolari, ipotermia, perdita feci e urine sono stati osservati anche se negli studi della letteratura sono riportati di frequente.
  • Nei 40 cani, in cui la prof.ssa Romagnoli ha somministrato Zenalpha®, non vi sono stati episodi di vomito.
  • In generale tutta l’ossigenazione dei tessuti è migliore, perché è assente vasocostrizione.
  • Zenalpha® non può esser utilizzato nel gatto.
  1. 02/02/2023. Webinar “Zenalpha®, l’innovazione nella sedazione” organizzato da Dechra in collaborazione con Cogito Ergo Vet. ↩︎

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