Il quarto webinar della serie relativa al gattino organizzata dal Gruppo Italiano Studio Pediatria Veterinaria, si è focalizzato sulle patologie dermatologiche più frequenti nel gattino.

Il gattino rappresenta un paziente dermatologico peculiare, per il quale la diagnosi tempestiva è spesso determinante non solo per garantire il benessere dell’individuo, ma anche per la salute degli altri animali e delle persone che lo circondano, inoltre nel giovane paziente felino la pelle costituisce molto più di una semplice barriera, in quanto rappresenta un’immagine specchiata dello stato immunitario, nutrizionale e ambientale dell’animale.

Ciò è quanto emerso durante il quarto webinar della serie organizzata dal GISPEV (Gruppo Italiano Studio Pediatria Veterinaria), incentrato sulle patologie dermatologiche più frequentemente riscontrabili nel gattino.

Il dott. Stefano Borio (DVM, MRCVS – Member of the Royal College of Veterinary Surgeons, Dipl. ECVD – European College of Veterinary Dermatology), relatore all’evento, ha esordito spiegando che il sistema immunitario ancora non perfettamente competente (e ciò eventualmente in associazione ad interferenze da parte dell’immunità materna) può predisporre, anche in età pediatrica, a forme di allergie con manifestazioni anche cutanee.

Spesso le patologie dermatologiche sono associate a prurito e alopecia, che costituiscono le principali motivazioni per cui vengono portati i gattini in visita dermatologica.

L’importanza dell’anamnesi

Al momento dell’anamnesi è fondamentale porre alcune domande al proprietario del gattino, tra cui le principali dovrebbero essere relative a:

  • la percezione da parte del proprietario che il suo gattino abbia prurito (“Il suo gattino mostra prurito?”);
  • l’eventuale presenza di alopecia (“Ha individuato zone del mantello del gattino prive di pelo?”);
  • la provenienza dell’animale (“Da dove viene il gattino?”);
  • l’eventuale presenza di trasmissione all’interno del nucleo familiare (“I membri della famiglia hanno lesioni simili a quelle riscontrate sul suo gattino?”);
  • le terapie pregresse (“Il gattino è stato sottoposto a trattamenti farmacologici nel corso della sua vita? Quali? A quale dosaggio?”).
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© Lapina – shutterstock.com

Gli ectoparassiti, molto frequenti già nei primi mesi di vita

Nei primi mesi di vita, la parassitosi rappresenta la causa più frequente di prurito e dermatite. Il dott. Borio ha ricordato come spesso si tenda a sottovalutare il ruolo degli ectoparassiti nel gattino, o a considerarli solo in seconda battuta.

Tra i principali agenti coinvolti:

  • Otodectes cynotis, acaro auricolare che può estendersi alla testa e al collo. Molto contagiosa, questa parassitosi si associa a grave prurito;
  • Ctenocephalides felis, che provoca una pulicosi la quale spesso si rivela causa di dermatite allergica;
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© Tomasz Klejdysz – shutterstock.com
  • Cheyletiella blakei (la cosiddetta “forfora che cammina”), che rappresenta una zoonosi per i proprietari;
  • Notoedres cati, responsabile della rogna felina, che si mostra come parassitosi altamente pruriginosa, in grado di determinare papule e croste sui padiglioni auricolari.

Diagnosi e terapia delle ectoparassitosi

La diagnosi è spesso clinica, supportata da raschiati, scotch test, esame otoscopico e valutazione della risposta ai trattamenti antiparassitari. L’approccio empirico iniziale è considerato giustificato, soprattutto in cuccioli fragili o in ambienti a rischio come allevamenti o colonie.

Il trattamento terapeutico utilizzabile fin dal secondo giorno di vita è il fipronil in formulazione spray, con applicazione 1 volta al mese contro infestazioni da pulci e pidocchi.

Per gattini di età superiore alle 6-8 settimane e di peso corporeo maggiore di 600 grammi, i trattamenti utilizzabili sono fipronil + methoprene in formulazione spot-on, dinotefuran + piriproxifene in formulazione spot-on, selamectina.

In soggetti di più di 9-14 settimane di vita e di peso maggiore a un chilogrammo, possono essere impiegati anche imidacloprid + moxidectina spot-on e imidacloprid + flumetrina collare.

I “nuovi” antiparassitari a base di isoxazoline possono essere utilizzati per diverse categorie di ectoparassiti con somministrazione mensile o trimestrale dall’età minima di 8 settimane e a partire da almeno 800 grammi di peso corporeo.

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© Csaba Deli – shutterstock.com

Le micosi cutanee nel gattino

Il secondo grande gruppo di malattie da considerare è quello delle micosi cutanee (o dermatofitosi). Tra le specie fungine che possono colpire il gattino, il dott. Borio ha menzionato in primis Microsporum canis, mentre ha indicato come meno frequenti Trichophyton spp. e Nannizzia gypsea. Secondo quanto riportato da recenti review, la prevalenza delle dermatofitosi è dello 0-2,4%, e non ci sono evidenze scientifiche che la sieropositività a FIV e FeLV predisponga alla dermatofitosi.

In molti casi i gattini possono però essere portatori asintomatici o presentare forme cliniche atipiche (ad esempio, lesioni singole, alopecie lievi, lesioni crostose, prurito di entità variabile, presenza di scaglie). Il relatore ha sottolineato come un esame gold standard non sia definibile; per un corretto iter diagnostico è comunque necessaria la cultura micotica, da affiancare a lampada di Wood, tricogramma, PCR. In situazioni atipiche è indicata anche una biopsia cutanea.

Il trattamento del gattino con dermatofitosi

Il trattamento richiede un intervento sistemico e topico, oltre alla rigorosa gestione ambientale, con particolare attenzione alla decontaminazione. La terapia sistemica prevede l’utilizzo di itraconazolo alla dose di 5 mg/kg somministrata a settimane alterne per tre cicli.

Il confinamento del gattino durante il periodo di trattamento deve prevedere comunque un’interazione sociale con il proprietario per garantire il corretto sviluppo cognitivo del soggetto, utilizzando accorgimenti per evitare la contaminazione ambientale e delle persone (ad esempio, è opportuno utilizzare giochi in materiale plastico e coperte lavabili, e permettere le interazioni solo per un tempo breve).

Il valore zoonosico è assolutamente centrale: il gattino affetto da dermatofitosi può infatti essere fonte di contagio per bambini, soggetti immunodepressi e altri animali domestici.

Anche il gattino può essere allergico

Pur con una minore incidenza rispetto al cane, anche nei gattini si possono manifestare forme allergiche e atopie, con dermatite allergica o alimentare, eczemi localizzati, alopecie simmetriche e forme autoimmuni (rare).

Il prurito è il sintomo maggiormente presente e i pattern reattivi sono: alopecia autoindotta (52%), prurito testa-collo (42%), dermatite miliare (31%), complesso del granuloma eosinofilico (18%). I segni non cutanei di allergie comprendono invece: sintomi gastrointestinali (18%), congiuntivite (12%), sintomi respiratori (11%).

Gli allergeni alimentari maggiormente segnalati come responsabili di allergia alimentare anche nei gattini sono manzo, pesce e pollo. Per la diagnosi e la terapia delle allergie alimentari il dott. Borio ha indicato la dieta ad esclusione, sottolineando però che le varie forme di allergie (ambientale, alimentare, dermatite allergica da pulci – DAP) possono essere presenti singolarmente oppure anche in associazione.

Anche in questi casi è pertanto fondamentale un’accurata anamnesi, associata alla valutazione dell’età d’insorgenza, della distribuzione delle lesioni, della risposta ai trattamenti di prima linea e dell’eventuale necessità di esami citologici o istologici o di trial dietetici.

Come curare il gattino con sindrome atopica cutanea felina

La terapia in caso di sindrome atopica cutanea felina nel gattino è limitata all’uso di glucocorticoidi (sistemici e topici), acidi grassi essenziali e PEA. L’utilizzo di ciclosporina, immunoterapia, oclacitinib, maropitant è invece sconsigliato in soggetti di età inferiore ad un anno.

Rare le malattie genetiche causa di patologie dermatologiche

Anche rare malattie di origine genetica possono portare a patologie dermatologiche.

Ad esempio:

  • l’alopecia congenita, riportata nelle razze Birmano, Siamese, Burmese e Devon rex
  • l’ipotricosi congenita associata a ridotta aspettativa di vita nel Birmano
  • l’astenia cutanea e malattia della giunzione dermo- epidermica
  • la seborrea primaria
  • l’epidermolisi bollosa
  • la dermatite nasale (che può affliggere la razza Bengala)

L’iter diagnostico prevede in questo caso indagini genetiche specifiche.


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