I soggetti con queste patologie sono destinati ad avere tassi di concepimento minori, intervalli parto-prima inseminazione e parto-concepimento più lunghi, e più probabilità di riforma a causa degli insuccessi riproduttivi.
Le patologie puerperali uterine possono essere causa di importanti perdite economiche nell’allevamento della bovina da latte ad alta efficienza produttiva.
Metriti (soprattutto nelle prime 3 settimane post-parto) ed endometriti (successivamente alle 3 settimane) sono inoltre più comuni nelle bovine che nelle altre specie di interesse veterinario.
Tra le nuove armi a disposizione per prevenire queste infezioni, prevalentemente batteriche, con indubbi vantaggi rispetto alla terapia antibiotica, potrebbero esserci i probiotici, grazie alla loro ben conosciuta azione di competizione locale nei confronti di microbi patogeni.
Uno studio canadese1 ha voluto testare l’efficacia di questa ipotesi impiegando delle preparazioni probiotiche (a base di lattobacilli) somministrate a livello intravaginale e misurando i parametri riproduttivi.
I probiotici nella bovina rafforzano l’ambiente vaginale
Lo studio di Madureira et al. ha dimostrato i benefici dell’uso di probiotici intravaginali con una riduzione dell’incidenza di metriti e di endometriti.
Tuttavia, ciò è stato rilevato solo in uno dei due allevamenti selezionati per lo studio.
Questo conferma la complessità di fattori coinvolti nella patogenesi dell’infezione (come ambiente, distocie, ritenzioni placentari, ecc.), che non si riduce a mera contaminazione microbica uterina.
Le vacche trattate hanno avuto meno necessità di trattamenti ormonali per la sincronizzazione degli estri, poiché in questo gruppo il calore è risultato più diagnosticabile con i metodi di rilevazione automatica dell’attività motoria (pedometri).

Non è stata trovata un’associazione diretta tra il trattamento e le performance riproduttive, nonostante le vacche senza patologia siano risultate più fertili.
Inoltre, non è stato possibile individuare la causa dei differenti risultati nelle vacche provenienti dai due allevamenti, poiché non sono stati analizzati i fattori ambientali e di gestione del periparto.
La capacità dei probiotici di migliorare l’immunità e la competitività locale aumentando l’eterogeneità e la densità dei batteri commensali, e producendo sostanze antimicrobiche (batteriocine, acido acetico, acido lattico, perossido d’idrogeno, ecc.), con conseguente diminuzione della colonizzazione dei batteri patogeni, sembra quindi interessare anche il comparto vaginale con benefici per l’ambiente uterino.
- Madureira AML, Burnett TA, Boyd CT, Baylão M, Cerri RLA. Use of intravaginal lactic acid bacteria prepartum as an approach for preventing uterine disease and its association with fertility of lactating dairy cows. J Dairy Sci. 2023;S0022- 0302(23)00229-1. doi:10.3168/jds.2022-22147 ↩︎