Fra le varie problematiche che possono ridurre il benessere animale nell’allevamento suino trovano posto le lesioni gastriche, specialmente le ulcere. Tali lesioni, solitamente riscontrate al momento della macellazione, sono potenziale causa di malessere, disagio, ridotte performance e mortalità.
Queste condizioni possono essere causate da vari fattori, solitamente vengono connesse a stati di stress, nutrizione e pratiche d’allevamento non ottimali.
Tuttavia, la loro connessione con l’uso di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) nei suini appare scarsamente considerata, nonostante il risaputo impatto negativo di tali farmaci a livello gastrico, dovuto all’inibizione non selettiva della ciclossigenasi e in particolare dell’isoforma COX-1, la quale ha anche ruolo di protezione gastrica.
Per questo, uno studio congiunto fra Università di Parma e Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna1 ha cercato di indagare la prevalenza di lesioni gastriche in suini pesanti allevati per produzioni tipiche italiane e l’eventuale connessione di queste con l’uso di FANS durante l’allevamento.
L’obiettivo dell’indagine è stato far luce sugli effetti di questi farmaci lungo la filiera e valutare i pro e i contro del loro utilizzo.
La costruzione dello studio
I suini presi in considerazione dallo studio erano tutti parte di una filiera in cui solo le razze Italian large white, Landrace e Italian duroc sono ammesse, oltre che altre razze compatibili con il Libro Genealogico Italiano.
Il campionamento è stato effettuato da ottobre a dicembre 2019 in due impianti di macellazione del nord Italia, scegliendo casualmente alcuni lotti e senza conoscere in anticipo l’allevamento di provenienza.
Negli impianti di macellazione, lo stordimento dei suini è avvenuto solo con metodo elettrico applicato alla testa degli animali, con successiva morte per dissanguamento.
Il 70% dei suini appartenenti ai lotti sono stati valutati post mortem alla ricerca di lesioni gastriche, le quali sono state categorizzate in base alla gravità del danno da parte di due medici veterinari appositamente formati. In totale, 9.371 stomaci sono stati valutati, appartenenti a suini provenienti da 76 aziende zootecniche.

Successivamente, dati sull’uso di antiinfiammatori nelle aziende zootecniche da cui provenivano i suini campionati sono stati acquisiti tramite il sistema della ricetta elettronica veterinaria (REV), nonostante solo alcune aziende avessero dati elettronici completi sull’uso di tali molecole per l’anno 2019, anno durante il quale il sistema REV è entrato in azione.
Per questo, solo i casi con dati completi a livello di allevamento per tutto il 2019 sono stati considerati, ossia quelli di 36 aziende zootecniche.
Il paracetamolo non è stato considerato in questa indagine, vista l’assenza di dati completi riguardo il suo utilizzo nei mangimi medicati.
La valutazione post-mortem
Gli stomaci esaminati sono stati inseriti nelle seguenti categorie, in base alle lesioni ritrovate:
- 1.902 in categoria 0;
- 2.875 in categoria 1;
- 3.954 in categoria 2;
- 640 in categoria 3.
In generale, in più del 50% dei suini valutati sono state evidenziate lesioni gastriche da lievi a gravi.
I dati sull’uso dei FANS
Delle 36 aziende zootecniche con dati completi per l’uso di antiinfiammatori, 29 hanno mostrato utilizzo di almeno una prescrizione di queste molecole (FANS e/o desametasone) nel corso del periodo indagato; di esse, 20 hanno sfruttato FANS mentre 23 desametasone.
Circa il 90% del quantitativo di antinfiammatori utilizzati in termini complessivi erano FANS, somministrati soprattutto per via orale, mentre il desametasone è stato somministrato unicamente per via iniettabile.
Fra i FANS utilizzati nelle 36 aziende zootecniche, l’acido acetilsalicilico è apparso come il principio attivo maggiormente sfruttato, seguito dal salicilato di sodio, entrambi FANS non selettivi e con attività di inibizione sia su COX-1 sia su COX-2.
Il numero e la gravità delle lesioni gastriche riscontrate a livello di macellazione sono apparsi significativamente correlati alla quantità di FANS utilizzati, mentre l’utilizzo di desametasone non è apparso correlabile alla presenza delle lesioni.
In sostanza, aziende che hanno fatto maggiore utilizzo di FANS hanno rivelato una maggiore prevalenza di lesioni gastriche nei suini.
Nonostante i motivi della presenza di tali lesioni siano potenzialmente legati anche ad altri fattori, come la scarsa presenza di paglia nella lettiera e differenze gestionali e nutrizionali non prese in considerazione in questo studio, l’elevata quantità di FANS utilizzati può essere un probabile fattore di rischio che tende a peggiorare le condizioni di questi animali, almeno riguardo lo stato di salute gastrico.
Lo scarso uso di FANS selettivi (come, ad esempio, il meloxicam) fra quelli usati negli allevamenti considerati può essere un elemento da considerare, visto che scegliere principi attivi che agiscano meno su COX-1 e più su COX-2 potrebbe apportare miglioramenti dal punto di vista della salute gastrica dei suini, in contesti dove la problematica delle lesioni gastriche appare frequente.
L’uso responsabile dei FANS
Nonostante i limiti dell’indagine e il possibile ruolo di altri fattori ulcerogeni non considerati, i risultati dello studio mettono in evidenza come l’utilizzo dei FANS in allevamento non sia scevro da effetti collaterali sugli animali e che un loro utilizzo frequente non sia consigliabile nel caso si evidenzino ricorrenti casistiche di lesioni gastriche al macello, per via dei problemi che esse possono portare alla salute e al benessere degli animali.
Un uso generalmente più bilanciato verso principi attivi selettivi sulle COX-2 potrebbe essere una soluzione per contenere la prevalenza di lesioni gastriche, nonostante anche tali FANS non siano esenti da specifici effetti collaterali che vanno comunque considerati.
Inoltre, se i FANS sono sfruttati per sopperire a lacune di tipo zootecnico, queste ultime andrebbero approcciate in modo tale da ridurre la necessità di usare antinfiammatori in allevamento.
Non dovrebbe comunque essere ignorata l’importanza generale degli antinfiammatori nelle aziende suinicole, soprattutto nell’era della lotta all’antibioticoresistenza queste molecole possono rappresentare un modo per contenere i consumi di antibiotici e migliorare salute e benessere di animali soggetti a stati infiammatori, se usati in modo appropriato.
- Ghidini S, Scali F, Romeo C, Guadagno F, Maisano A M, De Luca S, Varrà M O, Conter M, Ianieri A, Zanardi E, et al. A Preliminary Study on the Relationship between Gastric Lesions and Anti-Inflammatory Drug Usage in Heavy Pigs. Vet. Sci. 2023, 10, 551. https://doi.org/10.3390/vetsci10090551