Esiste un numero poderoso di diete che cambiano o talvolta si alternano ciclicamente nel tempo, in campo umano e la dieta crudista non fa eccezione. Spesso sono star (attrici o attori soprattutto) o influencer a dettare l’ultima moda e talvolta capita che anche i pet debbano obbligatoriamente seguire pratiche dietetiche sconclusionate, lanciate da qualche dietista che sale sul palcoscenico magari con il poco occulto scopo di vendere integratori assolutamente necessari per prevenire le più svariate malattie, prima di tutte il sovrappeso o l’obesità.
Con questa premessa, un tipo di dieta che ha già numerosi anni di storia e che è spesso oggetto di mode temporanee è quella crudista, ovvero l’alimentazione con cibi non cotti o che non abbiano superato temperatura massima di 42 °C, considerata la soglia limite oltre cui i nutrienti contenuti nel cibo vengono compromessi.

“L’assunzione di cibi crudi come trattamento dietetico fu sviluppato per la prima volta in Svizzera dal medico Maximilian Bircher-Benner, celebre per essere l’inventore del muesli. Dopo essere guarito dall’ittero grazie a una dieta a base di mele crude, Bircher-Benner condusse esperimenti sugli effetti sulla salute umana di una dieta a base di vegetali crudi. Nel novembre del 1897 aprì a Zurigo una casa di cura chiamata Lebendige Kraft (Forza Vitale). Il nome si rifaceva a un termine chiave di un movimento tedesco per la riforma dello stile di vita, che affermava che le persone dovrebbero modellare la loro vita seguendo la logica determinata dalla natura. La casa di cura è ancora attiva”.
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La dieta crudista è un regime alimentare basato sul consumo esclusivo di cibi non cotti (raw food) che rappresentano l’unica tipologia di alimenti ammessi, secondo una filosofia che vorrebbe il ritorno a una presunta naturalità antecedente alla scoperta del fuoco – quando l’uomo si cibava solo di alimenti crudi trovati in natura.
I tipi di dieta crudista
Il rifiuto di cuocere gli alimenti è sostenuto dalla convinzione che la cottura ne alteri la consistenza e il contenuto vitaminico.
Il crudismo non è però una visione univoca, ne esistono diverse forme: dal crudismo onnivoro, che ammette il consumo di qualsiasi alimento purché non cotto, quindi sia prodotti di origine vegetale che di origine animale, al crudismo vegetariano che esclude il consumo di carne e pesce ma consente gli altri alimenti di origine animale purché consumati crudi, al crudismo vegano che, ovviamente, rifiuta il consumo di tutti i prodotti di origine animale e si limita esclusivamente a frutta e verdura crude (anche qui, con diverse sottocategorie, da chi si nutre solo di germogli a chi assume esclusivamente succhi di frutta o verdura).
Il successo della dieta crudista
Il movimento crudista contemporaneo vanta numerosi sostenitori, inclusi molti celebri cuochi, studiosi e docenti, nonché molte personalità dello spettacolo, tra cui le attrici Demi Moore e Carol Alt, star storicamente crudiste (Carlo Alt ha anche scritto diversi libri su questa sua scelta alimentare e filosofia di vita) mentre recentemente Uma Thurman si è professata crudista vegetariana.
I pericoli per i pet e per l’uomo
Personalmente non ho nulla a che fare con il crudismo, e credo che siano numerosi i pericoli insiti in tale pratica alimentare. Tuttavia, ho pieno rispetto per chi fa questa scelta. I dubbi (anzi le certezze) insorgono quando queste pratiche si vogliono attagliare ai nostri pet che ovviamente non possono scegliere.

Sui pericoli della carne cruda (o poco cotta) per i pet fa luce un recente studio pubblicato su Erosurveillance1.
Il sunto di questo lavoro pubblicato da ricercatori portoghesi è che nelle diete a base di carne cruda (Rmbd) per pet possono essere spesso presenti batteri patogeni potenziali fonti di infezioni anche a carattere pandemico in ambito umano. Pur essendo limitata al Portogallo, questa ricerca infatti evidenzia il fatto allarmante che, nonostante le rigorose normative dell’Unione Europea legalmente vincolanti sull’uso e sulla sicurezza microbiologica dei sottoprodotti di origine animale, le Rmbd, anche di rinomati marchi europei, possono fungere da veicolo per Salmonella ed E. coli multiresistenti (Mdr), alcuni dei quali sono risultati resistenti alla colistina, un antibiotico di ultima linea.
Gli alimenti trasformati in modo convenzionale invece hanno dimostrato di essere l’alternativa alimentare più sicura per gli animali da compagnia che li consumano e per i loro proprietari che, manipolandolo, si avvicinano fisicamente al loro cibo. Di conseguenza, occorre promuovere la consapevolezza dei pericoli degli Rmbd, dei vantaggi per la salute della lavorazione degli alimenti per pet e della necessità di un costante monitoraggio microbiologico degli ingredienti dei loro alimenti, per evitare di assistere all’ascesa di una nuova pandemia batterica incurabile con gli attuali antibiotici di ultima linea.
“I nostri risultati suggeriscono fortemente che il cibo per animali domestici lavorato in modo convenzionale rappresenta un’opzione più sicura, sottolineando il ruolo critico del trattamento termico nella produzione di petfood per mitigare efficacemente i rischi microbiologici”.
Ribeiro-Almeida M et al.
- Ribeiro-Almeida M, Mourão J, Magalhães M, et al. Raw meat-based diet for pets: a neglected source of human exposure to Salmonella and pathogenic Escherichia coli clones carrying mcr, Portugal, September 2019 to January 2020. Euro Surveill. 2024;29(18):2300561. doi:10.2807/1560-7917.ES.2024.29.18.2300561 ↩︎