Le dermatosi sono comuni nei roditori e rappresentano tra il 33 e il 54% dei motivi di consultazione a seconda della specie. Di queste, una percentuale dal 20 al 40% è di origine infettiva mentre il restante 15-60% sono di origine non infettiva. La visita dermatologica e gli esami complementari (tricogramma, spazzolatura, raschiatura, apposizione cutanea, citologia, biopsia, coltura fungina e batterica) nei roditori sono gli stessi previsti per i carnivori domestici, ma risultano comunque più difficili da effettuare date le dimensioni di queste specie, e a volte si dovrebbe prendere in considerazione la sedazione per migliorarne la qualità.
Iniziamo a prendere in esame le dermatosi infettive dei principali roditori da compagnia: cavia (Cavia porcellus), cincillà (Chinchilla lanigera), criceto dorato (Mesocricetus auratus) e criceto russo (Phodopus sungorus), ratto (Rattus norvegicus), topo (Mus musculus), degu (Octodon degus) e gerbillo (Meriones unguiculatus).
I parassiti come causa di dermatosi
Tutti i roditori possono essere colpiti da parassitosi, eccetto il cincilla in cui, per via della pelliccia molto folta, queste condizioni sono solo aneddotiche.
Infestazioni da insetti
Pulci
Le pulci dei roditori appartengono ai generi Xenopsylla, Leptopsylla e Nosopsylla e possono trasmettere batteri, incluso l’agente della peste bubbonica Yersinia pestis; possono infestare tutti i roditori, ma i casi rimangono rari. Anche le infestazioni da Ctenocephalides felis o Ctenocephalides canis sono rare e generalmente conseguono a uno stretto contatto con un cane o un gatto. I segni clinici manifestati in caso di infestazione grave sono prurito generalizzato, mantello opaco e perdita di pelo.
Pidocchi
I pidocchi sono responsabili di dermatosi pruriginose caratterizzate da depilazione, escoriazioni, alopecia e presenza di squame che colpiscono soprattutto la testa e il dorso, legate alla mancata manutenzione del mantello.

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Sono parassiti specie-specifici e il loro ciclo vitale si svolge interamente sull’ospite. Gliricola porcelli e Gyropus ovalis (pidocchi masticatori) si trovano sulle cavie, Polyplax serrata nei topi e Polyplax spinulosa nei ratti (pidocchi pungitori), Lagidiophthirus spp. nel cincillà. La trasmissione dei pidocchi da un animale all’altro richiede il contatto diretto. I pidocchi possono essere vettori di Encephalitozoon cuniculi, Eperythrozoon coccoides e Haemobartonella muris nei ratti; Polyplax serrata può essere il vettore della Francisella tularensis, responsabile della tularemia nell’uomo.
Infestazioni da acari
Nella cavia
Il parassita più comune nelle cavie è l’agente zoonotico della rogna, Trixacarus caviae, il cui ciclo di vita varia da 2 a 14 giorni. Gli animali possono presentare la rogna da Trixacarus non appena vengono infettati, oppure rimanere portatori sani del parassita e sviluppare i segni della rogna (prurito intenso, perdita di pelo, escoriazioni, presenza di squame, croste e lichenificazione delle spalle, dei fianchi e del dorso) solo in seguito a stress o immunodepressione (invecchiamento, ipovitaminosi C, malattie concomitanti, cambiamenti ambientali.

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Talvolta vengono segnalate ulcerazioni o convulsioni gravi, potenzialmente legate all’intensità del prurito. Un agente della pseudo-rogna, l’acaro permanente del pelo Chirodiscoides caviae, è presente nel 32% delle cavie, ma rimane generalmente asintomatico.
Viene descritta anche la demodicosi da Demodex caviae, ma è considerata rara.
Nei ratti e nei topi
La rogna e la pseudo-rogna rappresentano dal 30 all’80% delle condizioni parassitarie nei ratti e nei topi: in queste due specie l’agente della scabbia più frequentemente riscontrato è Notoedres muris.

Questi acari provocano una dermatosi squamo-crostosa associata a intenso prurito a livello di padiglioni auricolari, narici e coda; talvolta si osservano papule e croste delle estremità. Il ratto è l’unica specie che può presentare anche corni cutanei, in particolare sul muso, quando è colpito da rogna notoedrica. Gli agenti della pseudo-rogna come Myocoptes musculinus e Myobia musculi (circa il 40% dei topi di laboratorio ne sono portatori) possono causare la stessa presentazione clinica, ma con prurito meno intenso.
Nei criceti e nei gerbilli
La demodicosi è la dermatosi parassitaria più comune nei criceti: in questa specie è causata da Demodex aurati e, più raramente, da D. criceti.; essa però colpisce anche i gerbilli (D. merioni). La lesione caratteristica è un’alopecia da moderata a grave, non pruriginosa, squamosa, localizzata sul dorso o talvolta generalizzata.

Il sospetto di demodicosi dovrebbe indurre il medico a cercare una causa sottostante, in particolare nei criceti un linfoma cutaneo. L’agente della rogna notoedrica del gatto, Notoedres cati, colpisce anche i criceti e provoca la comparsa di una dermatosi il cui quadro clinico è simile a quello osservato nei topi.
Nel degu
Nel degu le dermatosi parassitarie sono rare. Uno studio condotto su 110 degu affetti da malattie cutanee ha identificato solo due soggetti infestati da ectoparassiti, in questo caso l’acaro ematofago Ornithonyssus bacoti, senza però descrivere le caratteristiche cliniche dell’infestazione.
Diagnosi e trattamento
La diagnosi si basa sull’osservazione del parassita, che viene identificato con le stesse metodiche utilizzate per i carnivori domestici. Gli insetti possono essere raccolti mediante spazzolatura e identificati tra i detriti a occhio nudo (pulci e pidocchi) o al microscopio. Gli acari vengono isolati raschiando la cute in profondità fino a ottenere un sanguinamento capillare (rogna e demodicosi), o superficialmente raschiando la superficie della cute una o due volte senza arrivare al sanguinamento (pseudo-rogna). I raschiati cutanei devono essere multipli (da tre a cinque siti) e osservati al microscopio.
Esistono diversi farmaci antiparassitari che possono essere utilizzati nei roditori, ma nessuno ha un’autorizzazione all’immissione in commercio (AIC) per queste specie.

Per la demodicosi, il trattamento dev’essere continuato per quattro settimane dopo l’ultimo raschiato negativo. In caso di pulicosi o rogna, anche l’ambiente e gli altri animali domestici devono essere trattati. Dato che sono pochi i presidi dotati di AIC per i roditori, la cura può essere più complessa che per i carnivori domestici; è quindi fondamentale stabilire una diagnosi precisa prima di attuare qualsiasi trattamento.
Affezioni batteriche causa di dermatosi
Le malattie batteriche sono comuni nelle cavie, più rare negli altri roditori.
Piodermiti di superficie
Sindrome da proliferazione batterica
La sindrome da proliferazione batterica superficiale è caratterizzata da una lesione primaria, l’eritema, e lesioni secondarie quali escoriazioni, depilazione, lichenificazione e iperpigmentazione; talvolta si osserva anche seborrea. Questa piodermite può essere primaria o secondaria (dermatosi pruriginosa, eccesso di umidità). La piodermite superficiale conseguente a un eccesso di umidità è segnalata nei cincillà, probabilmente legata alla densità del pelo, ma anche nelle cavie e nei degu. Le cause possono essere un’eccessiva salivazione (malattia dentale), eliminazione urinaria inappropriata (urolitiasi, sabbia urinaria, malattie renali), perdite vaginali o condizioni di vita inadeguate (ad esempio spazio ridotto per la lettiera).
Il trattamento consiste nella tosatura delle aree interessate e nell’applicazione di cure locali sull’area utilizzando shampoo, schiume o salviette contenenti clorexidina.
Piodermiti mucocutanee
La piodermite mucocutanea, descritta nella cavia, è caratterizzata da depigmentazione, fissurazioni, croste, erosioni e ulcere delle giunzioni mucocutanee. La diagnosi differenziale comprende candidosi e poxvirus. La diagnosi si basa sull’esame citologico a partire da un’apposizione cutanea su vetrino, su cellophane adesivo, oppure da un’apposizione raccolta sotto una crosta. La terapia consiste in trattamenti antisettici quotidiani (schiuma o salviette alla clorexidina). La riduzione graduale della frequenza delle cure non dovrebbe iniziare prima della guarigione clinica e citologica.
Piodermiti superficiali
La piodermite superficiale è caratterizzata da papule, pustole, croste e alopecia maculata. In letteratura non sono riportati casi nei roditori.
Piodermiti profonde
La piodermite profonda è definita dal coinvolgimento del derma. Le lesioni sono date da bolle emorragiche (foruncoli), ulcere, croste; la coalescenza dei foruncoli è la causa della cellulite. L’ascesso sottocutaneo è un caso speciale. Nelle cavie, gli ascessi rappresentano dal 6 all’8% delle malattie della pelle rispetto al 3% nel degu. Sono spesso il risultato di morsi tra conspecifici (sedi preferenziali: testa, coda, groppa), traumi dovuti all’ambiente (sede preferenziale: testa) o malattie dentali (sede: muso). Il batterio isolato più frequentemente è Staphylococcus aureus, ma ne sono già stati riscontrati altri come Streptococcus viridans, Pseudomonas aeruginosa, Actinomyces spp. e Fusobacterium spp.
La diagnosi è sia clinica che citologica, grazie all’osservazione dei polimorfonucleati neutrofili e dei batteri su un’apposizione dopo agoaspirato. Il trattamento è chirurgico (curettage ed escissione della capsula dell’ascesso seguita da numerosi risciacqui) associato a cure locali. Una coltura batterica è consigliata in caso di ascesso cronico, ricorrente o già trattato con antibiotico. La capsula dell’ascesso e il suo contenuto possono essere messi in coltura per aumentare le possibilità di identificare il batterio. Diversi antibiotici possono essere utilizzati per i roditori.

Affezioni fungine causa di dermatosi
La tigna
Epidemiologia
I dermatofiti, responsabili della tigna, sono i funghi patogeni più comuni nei roditori e colpiscono in particolare cavie e criceti, mentre cincillà, ratti, topi, gerbilli e degu sono meno frequentemente infetti: in uno studio retrospettivo, su 470 ratti con lesioni cutanee solo uno era affetto da tigna. Uno studio precedente che includeva 40 cincillà riportava sette individui affetti da tigna (17,5%). I roditori possono anche essere portatori asintomatici di dermatofiti zoonotici: uno studio condotto in diciassette petshop in Danimarca ha rivelato che il 35% delle cavie e il 6% dei criceti erano portatori asintomatici di Trichophyton benhamiae.
Trichophyton mentagrophytes (Arthroderma benhamiae e Arthroderma vanbreuseghemii) è stato a lungo considerato il fungo più comunemente responsabile della tigna nei roditori, ma uno studio recente ha dimostrato che il 3,5% dei casi di tigna nelle cavie erano dovuti a Microsporum canis, il 22% a Nannizia gypsea (precedentemente Microsporum gypseum) e nessuno a T. mentagrophytes. La prevalenza può variare anche in funzione dell’area geografica o dell’ambiente in cui vive l’animale: la presenza di cani o gatti in casa può, ad esempio, favorire la trasmissione di M. canis. Infine, gli animali di età inferiore a 6 mesi sono più frequentemente colpiti, a eccezione dei criceti, che sono più spesso colpiti tra 6 e 12 mesi di età.
Segni clinici, diagnosi e trattamento
Le lesioni da tigna consistono in aree cutanee alopeciche, circolari, squamose, non pruriginose, a evoluzione centrifuga, che possono colpire qualsiasi zona del corpo, ma preferenzialmente il muso, la base delle orecchie e l’estremità distale degli arti nei cincillà; il dorso nella cavia; il dorso e la base della coda nel ratto; il muso e il collo nel topo. La diagnosi si basa sull’esame con lampada di Wood (che consente l’identificazione solo di M. canis, raramente coinvolto nei roditori), sull’osservazione diretta dei peli raccolti mediante raschiamento cutaneo delle lesioni e su una coltura fungina che consente di identificare il dermatofita responsabile.

Il trattamento combina la somministrazione di un antifungino sistemico o topico sia all’animale colpito sia a tutti gli altri animali domestici eventualmente conviventi, con il trattamento dell’ambiente (sabbia per il bagno, lettiera, interno della casa se il roditore vi ha accesso.

Candidosi
Candida spp. è un lievito commensale presente solo nelle cavie e nei criceti; nello specifico, si riscontra nel 10% delle cavie e nel 5,3% dei criceti che presentano eritema, alopecia e squame; tuttavia, non è stato stabilito alcun collegamento tra il lievito e la lesione. Candida albicans provoca una candidosi mucocutanea nelle cavie caratterizzata da erosioni e ulcere ricoperte da un rivestimento biancastro e crostoso, localizzate alle labbra e al prepuzio. La diagnosi si basa sull’esame citologico del risultato di un raschiamento cutaneo superficiale della lesione. Il trattamento consiste nell’utilizzo di un antimicotico topico nei casi di interessamento cutaneo, sistemico in caso di interessamento delle mucose.
Malassezia
Gli autori riportano due casi di proliferazione di Malassezia in criceti, non descritti in letteratura. La diagnosi si basa sull’osservazione del lievito su un calco cutaneo. Nessuna malattia di base è stata rivelata. Il trattamento consiste nell’antisepsi, ad esempio nella pulizia quotidiana delle lesioni utilizzando salviette imbevute di clorexidina.