L’ultimo congresso nazionale dell’Associazione Italiana dei Veterinari di Medicina Felina (AIVPAFe)1 è stato dedicato interamente alla testa del gatto. Nello specifico, le prime relazioni hanno avuto per protagonista l’occhio, grazie alle relazioni della dott.ssa Manuela Crasta (DVM, PhD, Dipl ECVO). Dopo un rapido inquadramento dell’anatomia del globo oculare, la relatrice ha indicato i tumori oculari più frequenti:
- nella cornea il carcinoma a cellule squamose (SCC), l’emangioma/emangiosarcoma ed altri;
- nella sclera il melanoma episclerale;
- nell’uvea le neoplasie possono essere primarie come l’adenoma, l’adenocarcinoma, il melanoma diffuso dell’iride e il sarcoma intraoculare felino, o secondarie come il linfoma.
I tumori della cornea
Il carcinoma a cellule squamose (SCC) ha frequentemente localizzazione limbare, e nella maggior parte dei casi si presenta come tessuto di granulazione. La terapia consiste nella cheratectomia lamellare associata o meno a crioterapia, radioterapia (stronzio, 5-fluorouracile) enucleazione o exenteratio. Per quanto riguarda la crioterapia, esistono diversi tipi di criostati in base alla sostanza utilizzata: anidride carbonica (-78 °C), protossido d’azoto (-89 °C) e azoto liquido (-195 °C). L’emangioma e l’emangiosarcoma sono tumori di origine vascolare, sono rari ed il più comune è di origine limbale e congiuntivale. I fattori di rischio sono la cheratite cronica, gli UV e lo scarso pigmento. Per trattare questa neoplasia, la cheratectomia superficiale è risolutiva.
I tumori della sclera
Il melanoma epibulbare tende a svilupparsi nella zona dorsolaterale dell’occhio e si può estendere alla cornea. È solitamente benigno a crescita lenta ed è molto importante differenziarlo dal melanoma anteriore intraoculare. Nel gatto il melanocitoma epibulbare ha un comportamento biologico tendenzialmente benigno. Non ha potenziale metastatico, ma invasivo localmente. La terapia di elezione è la cheratectomia lamellare o a tutto spessore con apposizione di tessuto omologo, eterologo o sintetico.

© M. Crasta
Altre terapie sono la radioterapia a base di stronzio 90, applicata una o due volte dopo resezione chirurgica. Il tasso di recidiva è del 3%. Per quanto riguarda il laser a diodi, esso viene applicato posizionando una sonda a pochi millimetri di distanza dalla superficie della massa: viene emesso un raggio che viene assorbito dal pigmento portando così alla contrazione e al restringimento della massa stessa.
I tumori intraoculari
Le strutture dell’uvea sede di tumori
- L’iride è la parte più anteriore dell’uvea, forma un diaframma incompleto tra la camera anteriore e posteriore e regola la quantità di luce che entra nel segmento posteriore dell’occhio.
- Il corpo ciliare è localizzato dietro l’iride ed è formato da due strati di epitelio ciliare, vasi e muscolatura liscia. La parte anteriore è la pars plicata che produce umore acqueo. Le tight junctions tra i 2 strati epiteliali formano la barriera acquosa. La parte posteriore dei corpi ciliari è rappresentata dalla pars plana e produce umor vitreo.
Passando a descrivere le neoplasie a carico dell’uvea, la relatrice ha indicato che sono distinte in:
- primarie, come l’adenoma/adenocarcinoma, il melanoma diffuso dell’iride e il sarcoma oculare post-traumatico;
- secondarie come il linfosarcoma (LSA) e il carcinoma metastatico.
Tumori primari
- L’adenoma/adenocarcinoma rappresenta la terza neoplasia intraoculare primaria più frequente, si presenta come una massa discreta di colore chiaro. La sclera è raramente coinvolta (adenoma > carcinoma).
- Il melanoma irideo si presenta con aree multifocali e coalescenti di pigmentazione dell’iride, può essere ispessito e può coinvolgere l’angolo iridocorneale. Alcuni casi derivano dalla trasformazione di melanosi iridea o nevi. La diagnosi si effettua tramite biopsia iridea.
- Il sarcoma oculare felino è il secondo tumore primario intraoculare più frequente nel gatto, la sua origine è più post-traumatica, in associazione a un trauma oculare e rottura della lente. L’età media di insorgenza è di 11 anni (intervallo tra 7-15), con una predisposizione nei maschi castrati (67% dei casi). Non è stato dimostrato che l’esposizione a virus ne aumenti il rischio, mentre fattori di rischio riconosciuti sono uveite cronica, phthisis bulbi (atrofia del bulbo oculare) e interventi di chirurgia intraoculare (somministrazione di gentamicina intravitreale).
Tumori secondari
- Il linfosarcoma oculare ha un comportamento diverso tra cane e gatto: nel primo, è generalmente bilaterale, interessando l’uvea anteriore, la giunzione corneo sclerale e il segmento posteriore (emorragia retinica); nel gatto invece, è spesso unilaterale e interessa l’uvea anteriore, il segmento posteriore, la membrana nittitante e l’orbita. Nell’uvea anteriore si può presentare come una massa/lesione o come un ispessimento diffuso dell’iride; invece, nel segmento posteriore si può manifestare con ispessimento retinico, distacco retinico e/o emorragie.
- Il linfoma oculare solitario è poco frequente nei gatti; la diagnosi si basa su RM/TC, analisi citologica del liquido cefalorachidiano, agoaspirato dei linfonodi regionali e acqueocentesi. L’unica terapia possibile è rappresentata dall’enucleazione.
- L’occhio può anche essere sede di metastasi da tumori primari presenti in altre sedi: le metastasi interessano maggiormente l’uvea anteriore e possono essere originate da: carcinoma mammario, carcinoma renale, carcinoma adrenergico, emangiosarcoma, carcinoma a cellule squamose, carcinoma delle cellule apocrine e carcinoma bronchiogenico. Le neoplasie metastatiche uveali consistono in una massa o lesione nodulare, in particolare del corpo ciliare; i segni clinici sono simili a quelli provocati dall’uveite anteriore.

- Mestre (VE), 28-29/9/2024: Incominciamo dalla testa… occhio, naso, orecchio e bocca. Congresso nazionale AIVPAFe. ↩︎
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