La collaborazione tra Medicina Veterinaria e Umana si fa sempre più stretta e fruttuosa. Un esempio? Il registro di tumori animali, uno strumento utile come indicatore epidemiologico, ma capace di apportare nuove spunti in ambito umano grazie a specie sentinella come il gatto.

Genova ha ospitato un importante convegno1 dedicato al progetto “Registro tumori animali”, di cui la sezione di Genova dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta (IZSPLV) è capofila. Il progetto, reso possibile grazie sia a un finanziamento della Regione Liguria che a un finanziamento del Ministero della Salute, mira a promuovere l’implementazione dei registri tumori animali (RTA) attraverso l’adozione di un approccio “One Health”, ossia una strategia intimamente basata sulla stretta interconnessione tra salute umana, animale e ambientale.

L’evento si è tenuto nella sala convegni “Cristoforo Colombo” della Regione Liguria.
Uno degli obiettivi centrali del progetto è la valorizzazione dell’RTA quale strumento fondamentale per il monitoraggio e la prevenzione delle patologie oncologiche negli animali da compagnia. Non a caso, i cani e i gatti, grazie alle loro abitudini alimentari, di vita e alla genetica condivisa con l’uomo, rappresentano ottime sentinelle ambientali per studiare l’insorgenza di patologie neoplastiche. Ciò rende possibile una raccolta di dati preziosi al fine di comprendere la distribuzione geografica e temporale delle entità neoplastiche nei nostri animali domestici, con importanti implicazioni per la salute umana.

Gli interventi del convegno, aperto dai saluti istituzionali dei presidenti degli Ordini dei medici veterinari della Liguria (Nicola Ghio, presidente dell’Ordine di La Spezia; Paola Modesto, consigliere dell’Ordine di Genova; Luca Robutti, presidente dell’Ordine di Savona ed Elio Bosso, presidente dell’Ordine di Imperia), hanno messo in luce la centralità di un approccio integrato tra le diverse discipline mediche e veterinarie per affrontare le problematiche oncologiche in un’ottica di salute globale.

Un protocollo d’intesa per promuovere l’oncologia comparata

Ad aprire i lavori è stata la dott.ssa Gaetana Ferri, consigliera FNOVI, la quale ha brevemen­te ricostruito il processo evolutivo del registro tumori animali in Italia, sottolineando l’attuale necessità di implementare la raccolta e l’ana­lisi dei dati oncologici veterinari. Ha inoltre illustrato il recente protocollo d’intesa siglato tra FNOVI, LILT e CEROVEC: tale accordo, in particolare, ha puntato a promuovere collabo­razioni nell’ambito dell’oncologia comparata, ad oggi definita come una disciplina in grado di integrare lo studio dei tumori spontanei in­sorgenti negli animali con l’approfondimento di nozioni di biologia e terapia oncologica umana.

Tra gli obiettivi del protocollo c’è, in primo luogo, la messa a punto di un registro tumori veterinario nazionale, che favorisca la segnalazione dei casi oncologici da parte dei veterinari, contribuendo così ad una migliore comprensione dell’epidemiologia alla base delle patologie oncologiche animali.

“All Together”

Il progetto, per le sue caratteristiche, è rap­presentato dallo slogan “All Together” e coin­volge centri di ricerca, università e laboratori privati impegnati nella diagnostica oncologica veterinaria e nello sviluppo di nuovi approcci terapeutici. Con oltre 65 milioni di animali domestici in Italia, l’oncologia comparata rap­presenta una piattaforma ideale per condurre studi epidemiologici su larga scala, identifican­do fattori di rischio e opportunità di diagnosi precoce.

Nel corso del convegno è stata evidenziata an­che l’importanza della divulgazione scientifica: tra il 2022 e il 2024, sono stati organizzati eventi formativi ECM in diverse città italiane, come Genova, Roma, Napoli, Padova e Perugia, allo scopo di aggiornare i medici veterinari liberi professionisti riguardo le nuove frontiere dell’oncologia veterinaria e umana.

Il ruolo del CEROVEC e del NILOV

Il Centro di Referenza per l’Oncologia Veterinaria e Comparata (CEROVEC) si sta af­fermando come un punto di riferimento cru­ciale per la ricerca nel campo dell’oncologia nell’ottica One Health. Inizialmente, il CEROVEC è nato con il ruolo di coordinamento delle attività svolte nei centri interregionali di diagnosi di tumori all’interno degli Istituti Zooprofilattici, ed oggi, grazie a una nuova e profonda riorganizzazione, ha creato e sviluppato un vero e proprio network tra i diversi IZS e le Università dislocate in tutto il territorio italiano, nell’ottica di coor­dinare le attività diagnostiche e terapeutiche e di promuovere, al tempo stesso, la standar­dizzazione e l’innovazione attraverso progetti collaborativi tra i diversi istituti.

La dott.ssa De Paolis, in particolare, ha ampia­mente parlato del progetto di Rete italiana dei laboratori per l’oncologia veterinaria (progetto NILOV) e di ciò che rappresenta ad oggi nel campo dell’oncologia veterinaria. Come già noto, il CEROVEC, in qualità di centro di refe­renza, si occupa di raccogliere dati e svolgere indagini epidemiologiche in campo oncologico veterinario. Il NILOV rappresenta lo strumento attraverso cui il centro di referenza è in grado di svolgere tale attività. In breve, altri non è che un database di casistica oncologica comu­ne aperto ad ogni laboratorio di diagnostica oncologica veterinaria.

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© Chokniti-Studio – shutterstock.com

È stato attivato a partire dal network degli IZS e attualmente è in estensione a Università e laboratori privati. Attraverso il NILOV, il CEROVEC coordina e raccoglie i dati relativi alla casistica neoplastica animale proveniente da tutto il territorio nazionale; attualmente la rete comprende tutti i laboratori di diagnostica oncologica degli IZS italiani e alcune Università di Medicina Veterinaria. Ad oggi l’obiettivo principale è coinvolgere quanti più laborato­ri privati possibile al fine di incrementare la casistica oncologica all’interno del database. La presenza del NILOV, a livello nazionale, è essenziale in quanto rappresenta uno strumento in grado di fornire informazioni indispensabili circa la frequenza e distribuzione delle pato­logie neoplastiche nei pet.

Il Registro tumori umano: un valido esempio da cui partire

Il dr. Luca Boni, direttore della SC Epidemiologia Clinica presso l’Ospedale San Martino di Genova, ha presentato un intervento sul Registro Tumori della Liguria in ambito umano, istituito ufficialmente nel 2019. Questo registro è uno strumento cruciale per la salute pubbli­ca, con finalità che spaziano dalla valutazione dell’incidenza dei tumori alla programmazione di interventi sanitari e al monitoraggio degli screening oncologici. Inoltre, il registro svolge un ruolo chiave nell’epidemiologia ambientale e occupazionale, consentendo di studiare i fat­tori di rischio legati all’ambiente e al lavoro.

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© Budimir Jevtic – shutterstock.com

Altri ambiti di applicazione includono l’epide­miologia clinica, la ricerca di base e la genetica di popolazione, permettendo una comprensione più approfondita delle dinamiche tumorali e del loro impatto sulla salute umana. Il registro tumori umano, inserito in un contesto adeguato e messo in relazione con quello veterinario, può diventare un punto di riferimento per molteplici iniziative scientifiche e per la programmazione dei servizi sanitari. Tale approccio aprirebbe la strada a una collaborazione tra i due settori e ad un’integrazione nella ricerca oncologica. Tuttavia, tra le sfide future rientrano il supera­mento di barriere normative troppo restrittive e la necessità di accedere a risorse economiche e umane adeguate.

La prevalenza dei tumori in cani e gatti in Liguria: analisi dei dati dal 2002 al 2020

Al convegno è stata riportata un’analisi appro­fondita dei dati raccolti tra il 2002 e il 2020, riguardanti le principali forme tumorali che colpiscono cani e gatti in Liguria. I dati utiliz­zati nello studio sono stati ottenuti, attingendo dalla casistica presente all’interno del database NILOV e riguardanti la regione Liguria. Lo stu­dio ha analizzato le neoplasie più comuni, con un focus su sesso, età e sterilizzazione.

I risultati hanno evidenziato che le femmine non sterilizzate, sia cani che gatti, hanno un rischio significativamente più elevato di svilup­pare tumori mammari rispetto alle sterilizzate, con un rischio inferiore del 57% nei felini e del 67% nei cani per le femmine sterilizzate.

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© Snezhana_G – shutterstock.com

Tumori della cute e dei tessuti molli sono ri­sultati particolarmente comuni negli animali tra i 9 e i 12 anni. Le femmine non sterilizzate presentano un rischio maggiore di tumori della cute, con percentuali più alte nei cani (90%) e nelle cagne (80%) rispetto ai soggetti steri­lizzati.

Per i tumori dei tessuti molli, le gatte sterilizzate hanno un rischio più alto del 55%, mentre diversamente è stato osservato nella specie canina, dove le femmine non steriliz­zate risultano più vulnerabili. Questi risultati offrono spunti importanti per la comprensione dei tumori negli animali domestici, aprendo a nuove prospettive.

La correlazione tra tumori nei gatti e contaminanti ambientali

È stato presentato uno studio, inquadrato nell’approccio One Health, sulla frequenza dei tumori nei gatti liguri e il possibile effetto dell’esposizione a contaminanti ambientali. Gli animali da compagnia, grazie alla loro esposi­zione ambientale condivisa con gli esseri uma­ni, possono infatti fungere da “sentinelle” per monitorare gli effetti dell’inquinamento sulla salute umana.

L’obiettivo principale di questo studio è inda­gare se esista una correlazione tra l’incidenza dei tumori nei gatti e l’esposizione ambientale ai metalli pesanti, con un focus su casi rac­colti in Liguria dal 2002 al 2022. Sono stati analizzati diversi tipi di tumori, come quelli alla mammella, e si è osservato come fattori come l’età, il sesso e la sterilizzazione possano influenzarne l’incidenza. Ad esempio, la steri­lizzazione sembra essere un fattore protettivo per il tumore alla mammella, mentre appare un fattore di rischio per tumori ai tessuti molli e alla cute.

Un’altra parte della presentazione ha discusso l’importanza della raccolta dati e dell’analisi statistica per comprendere meglio le correlazioni tra tumori felini e contaminan­ti ambientali, suggerendo che i gatti possano essere predittori affidabili degli effetti dell’in­quinamento anche sugli esseri umani.

L’importanza di un corretto campionamento

La dott.ssa Silvia Ferro, medico veterinario istopatologo e ricercatore presso il Dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione dell’Università degli Studi di Padova, ha presentato un intervento particolarmente importante per i veterinari liberi professionisti presenti in sala. La dott.ssa Ferro ha sottolineato l’essenzialità di una raccolta anamnestica accurata e dell’uso corretto delle tecniche di campionamento delle lesioni tumorali per consentire ai patologi di formulare diagnosi precise e affidabili.

Ha evidenziato come una corretta gestione del campione, dalla sua raccolta al suo invio, possa influenzare notevolmente la qualità della diagnosi istopatologica, che è fondamentale non solo per l’approccio clinico, ma anche per contribuire a studi epidemiologici più ampi. Il coinvolgimento attivo dei veterinari in queste pratiche non solo migliora la gestione individuale del paziente, ma favorisce una maggiore comprensione delle dinamiche tumorali in ambito veterinario, con ricadute importanti anche sulla ricerca epidemiologica.

Il progetto “All Together” continua a rappresentare un’importante occasione di collaborazione tra Medicina Umana e Veterinaria, con l’obiettivo di migliorare la conoscenza e la prevenzione dei tumori.

  1. Genova, 24/9/2024: All Together – L’oncologia nell’ottica del One Health: il registro tumori. ↩︎

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