Dal punto di vista medico-veterinario il lupo rappresenta un punto di incontro
tra salute animale, pubblica e ambientale. Una gestione efficace richiede però il
coinvolgimento di tutte le parti interessate.

Il lupo (Canis lupus) è da sempre simbolo di equilibrio ecologico e conflitti culturali. Il 3 dicembre 2024, il Comitato permanente della Convenzione di Berna ha votato a favore del declassamento dello status di protezione del lupo, portando la specie da “rigorosamente protetta” a “protetta”, riducendo le restrizioni sulla sua gestione, pur mantenendo un livello di tutela significativo. Questo cambiamento normativo ha implicazioni rilevanti per la gestione su tutto il territorio europeo.

Il ruolo ecologico del lupo e il suo impatto sulla biodiversità

Il lupo è un predatore apicale (si colloca al vertice della catena alimentare) e svolge un ruolo insostituibile nel mantenere l’equilibrio degli ecosistemi. Predando erbivori come cervi, cinghiali e caprioli, questo animale regola le popolazioni di queste specie, evitando che la loro pressione alimentare comprometta la rigenerazione delle foreste e la biodiversità vegetale.

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© Dario Pautasso – shutterstock.com

La presenza del lupo contribuisce inoltre alla creazione di paesaggi più eterogenei, favorendo la coesistenza di un numero maggiore di specie vegetali e animali. Un effetto indiretto ma significativo della presenza del lupo è il cosiddetto “effetto trofico a cascata”, osservato in ecosistemi dove il ritorno di grandi predatori ha ripristinato equilibri perduti.

Studi recenti hanno evidenziato come i lupi possano influenzare positivamente gli ecosistemi riducendo l’eccessiva pressione da parte degli ungulati su foreste e praterie. Questa azione, nelle zone frequentate dai lupi, favorisce la crescita di piante arbustive e alberi che a loro volta offrono habitat a uccelli, insetti e piccoli mammiferi. Questo fenomeno contribuisce a rafforzare la resilienza degli ecosistemi ai cambiamenti climatici e alle pressioni antropiche.

Inoltre, il lupo gioca un ruolo importante nel contenimento delle specie invasive o fuori controllo, come alcune popolazioni di cinghiali o di nutrie, che possono causare danni significativi alle colture agricole e agli habitat naturali. Il controllo naturale esercitato dai lupi riduce la necessità di interventi umani, spesso meno efficaci e più costosi.

L’importanza del lupo per la biodiversità si estende anche al mantenimento della salute genetica delle popolazioni di prede. Predando preferenzialmente individui deboli o malati, il lupo contribuisce a migliorare la qualità genetica delle popolazioni di prede, riducendo la diffusione di malattie e rafforzando la resilienza complessiva dell’ecosistema.

Il lupo: una specie complessa e diversificata

In Italia, il lupo è rappresentato principalmente dal lupo appenninico (Canis lupus italicus), una sottospecie autoctona a cui viene riconosciuto un ruolo cruciale nella regolazione delle popolazioni di ungulati selvatici nel Belpaese.

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Esemplare di lupo appenninico (Canis lupus italicus).
© Wirestock Creators – shutterstock.com

Tuttavia, negli ultimi decenni, l’espansione delle popolazioni di lupi europei ha portato a fenomeni di ibridazione con cani domestici (Canis lupus familiaris) e a possibili interazioni con altre sottospecie alloctone. Alcune sottospecie alloctone di lupo, come il lupo europeo (Canis lupus lupus), sono state occasionalmente coinvolte in piani di reintroduzione e conservazione in varie aree d’Europa, principalmente in risposta alla necessità di ripristinare la presenza di predatori apicali in ecosistemi impoveriti. Sebbene tali iniziative siano state meno rilevanti per l’Italia, esse hanno contribuito alla diffusione di individui provenienti da altre aree del continente, aumentando la diversità genetica delle popolazioni presenti.

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Esemplare di lupo europea (Canis lupus lupus).
© Rudmer Zwerver – shutterstock.com

Tuttavia, ciò ha anche sollevato preoccupazioni riguardo alla possibile competizione ecologica e alla perdita di specificità genetica del lupo appenninico. Questa diversità genetica pone sfide significative per il monitoraggio e la conservazione. Il rischio di perdita dell’identità genetica del lupo appenninico richiede programmi di monitoraggio intensivo, supportati da analisi genetiche avanzate e interventi mirati per ridurre l’ibridazione.

Gli interventi di reintroduzione sono stati attuati anche in regioni dove il lupo era scomparso a causa della caccia e della perdita di habitat. Ad esempio, in alcune zone alpine sono stati segnalati lupi provenienti da popolazioni slovene e croate, che hanno gradualmente colonizzato nuove aree grazie a corridoi ecologici naturali e alla riduzione della persecuzione umana. Questi movimenti sono stati monitorati attraverso tecnologie avanzate come radiocollari GPS e analisi del DNA ambientale, strumenti che hanno permesso di comprendere meglio le dinamiche di espansione e le interazioni tra diverse popolazioni di lupi.

Il monitoraggio genetico svolge un ruolo fondamentale anche nella prevenzione dell’ibridazione con i cani selvatici o rinselvatichiti, la cui presenza minaccia l’integrità genetica del lupo italiano. Progetti come quelli finanziati dal programma LIFE (vedi sotto) hanno messo a punto strumenti innovativi per identificare gli ibridi e per applicare misure di conservazione mirate, come la sterilizzazione selettiva degli ibridi.

Inoltre, l’espansione del lupo in regioni storicamente non occupate ha portato a nuove interazioni ecologiche, con implicazioni per le comunità locali e per le dinamiche delle popolazioni di prede.

I numerosi progetti LIFE Wolf hanno svolto un ruolo fondamentale nel fornire strumenti innovativi per affrontare queste sfide, incluso lo sviluppo di metodologie per l’identificazione degli ibridi e strategie di intervento per la gestione delle popolazioni miste.

LIFE Wolf

Uno degli strumenti principali per la conservazione del lupo in Europa è il programma LIFE Wolf. Questo progetto mira a ridurre i conflitti tra lupi e attività umane attraverso l’implementazione di misure di prevenzione, il monitoraggio genetico e la sensibilizzazione delle comunità locali. Grazie al supporto finanziario dell’Unione Europea, LIFE Wolf ha contribuito significativamente alla tutela delle popolazioni di lupo, promuovendo soluzioni sostenibili per una coesistenza pacifica.

Il progetto si è concentrato anche sul miglioramento delle tecniche di monitoraggio, introducendo l’uso di fototrappole e analisi del DNA non invasive, raccolto da campioni fecali o di pelo. Questi metodi hanno permesso di ottenere dati più accurati sulla distribuzione e sulla struttura delle popolazioni di lupi, favorendo interventi più mirati.

In Italia, il programma LIFE WOLFALPS EU ha incluso anche iniziative specifiche, come la formazione di personale qualificato per la gestione dei conflitti e la creazione di reti di collaborazione tra allevatori e ricercatori. Questi sforzi hanno portato alla riduzione del bracconaggio e al miglioramento della percezione pubblica del lupo.

Zoonosi e salute pubblica

La crescente interazione tra lupi, cani e popolazioni umane solleva anche questioni legate alla salute pubblica. Sebbene il lupo non rappresenti un rischio diretto per la trasmissione di zoonosi rispetto ad altre specie, è comunque vettore potenziale di malattie emergenti e riemergenti. La prevenzione delle zoonosi richiede un approccio multidisciplinare basato sul principio One Health, che considera la salute umana, animale e ambientale come interconnesse. I veterinari hanno un ruolo chiave nel monitorare le patologie, collaborando con le autorità sanitarie e promuovendo campagne di sensibilizzazione nelle comunità rurali.

Le principali zoonosi trasmesse dal lupo

  • Rabbia: sebbene l’Italia sia attualmente considerata indenne dalla rabbia, il rischio persiste in aree di confine o attraverso il movimento di fauna selvatica infetta. La prevenzione richiede controlli rigorosi e campagne di vaccinazione per i cani domestici nelle aree a rischio.
  • Sarcocistosi: parassitosi zoonotica causata da Sarcocystis spp., coinvolge i lupi come ospiti definitivi e può rappresentare una minaccia per gli animali domestici e l’uomo.
  • Echinococcosi alveolare: provocata da Echinococcus multilocularis, è una zoonosi grave che può avere implicazioni significative in termini di salute pubblica.
  • Parassitosi gastro-intestinali: i lupi possono essere reservoir per parassiti come Toxocara canis e Ancylostoma spp., che possono infettare sia gli animali domestici sia l’uomo.

Pericoli e minacce legati ai lupi

Nonostante la percezione diffusa del lupo come minaccia diretta per l’uomo, gli attacchi a esseri umani sono estremamente rari e spesso legati a situazioni di estremo stress o abituazione. Tuttavia, i lupi rappresentano un rischio per il bestiame, causando perdite economiche significative agli allevatori. La predazione su animali domestici ha alimentato conflitti nelle aree rurali, dove le misure preventive come recinzioni elettrificate e cani guardiani sono ancora poco diffuse.

La decisione dell’UE di declassare il lupo a “specie protetta” potrebbe facilitare l’adozione di misure di controllo più flessibili, ma richiede un equilibrio tra esigenze ecologiche e sociali.

Inoltre, il bracconaggio rappresenta una minaccia persistente, con l’uccisione illegale di lupi che spesso sfocia in dinamiche sociali complesse, alimentando tensioni tra le comunità locali e le istituzioni.

Il quadro normativo

Il lupo (Canis lupus) è una specie di interesse conservazionistico a livello europeo come da normativa vigente. È una specie rigorosamente protetta ai sensi della Convenzione della “Conservazione della vita selvatica e degli habitat naturali” dalla Convenzione di Berna (1979).

La Direttiva Habitat 92/43/CEE, definisce poi il lupo come specie prioritaria e a protezione rigorosa perché vulnerabile e a rischio. Esistono però alcune eccezioni, elencate in dettaglio nell’Allegato V della Direttiva Habitat, secondo cui le popolazioni di lupo possono essere oggetto di gestione con prelievo (Spagna, Grecia, Polonia, Bulgaria, Finlandia, Lettonia, Estonia, Slovacchia).

In Italia la Direttiva Habitat è recepita dal DPR n. 357/1997 (Regolamento di attuazione della direttiva 92/43/ CEE); mentre la Convenzione di Berna è attuata tramite la Legge del 5 agosto 1981, n. 503. Inoltre, in Italia il lupo è specie particolarmente protetta ai sensi dell’art. 2 della Legge dell’11 febbraio 1992, n. 157.

Il declassamento del lupo a “specie protetta” è stato introdotto per consentire una gestione più flessibile in aree in cui la crescita della popolazione di lupi ha generato conflitti significativi.

Le normative italiane, come il Piano di conservazione e gestione del lupo adottato dal Ministero dell’Ambiente, rimangono fondamentali per bilanciare la tutela della specie con le esigenze delle comunità locali. Queste includono misure come il risarcimento per i danni causati dai lupi e la promozione di tecnologie innovative per la prevenzione dei conflitti.

A livello regionale, alcune amministrazioni hanno avviato programmi pilota per testare nuove strategie di prevenzione, come l’uso di droni per monitorare le attività dei lupi o lo sviluppo di applicazioni mobili per segnalare avvistamenti in tempo reale.

In alcune Regioni, inoltre, sono stati istituiti centri di recupero per lupi feriti o in difficoltà, con l’obiettivo di favorire la conservazione della specie e il reinserimento in natura.

Il lupo e la coesistenza: una sfida multidisciplinare

La coesistenza con il lupo richiede un impegno congiunto da parte di molteplici attori: veterinari, biologi, amministratori locali e comunità rurali. La sfida non è solo biologica, ma anche culturale e sociale. La percezione del lupo varia notevolmente tra le diverse aree del Paese, e la comunicazione scientifica gioca un ruolo cruciale nel superare pregiudizi e stereotipi.

Investire nella formazione e nell’educazione ambientale può contribuire a ridurre i conflitti e a promuovere una convivenza armoniosa. Progetti scolastici, campagne di sensibilizzazione e visite guidate nei parchi sono strumenti efficaci per far comprendere l’importanza ecologica del lupo e il suo ruolo nei nostri ecosistemi. Un esempio di successo è rappresentato dai programmi educativi integrati nei parchi nazionali, dove i visitatori possono osservare i lupi nel loro habitat naturale e apprendere informazioni scientifiche sulle loro abitudini e sul loro impatto ecologico.

La recente decisione dell’UE apre nuovi scenari nella gestione del lupo, ponendo sfide e opportunità per la convivenza con questa specie iconica. Per i medici veterinari, il lupo rappresenta un punto di incontro tra salute animale, pubblica e ambientale, incarnando pienamente il principio One Health. Una gestione efficace richiederà il coinvolgimento di tutte le parti interessate, dalla comunità scientifica alle realtà locali, per garantire un equilibrio sostenibile tra conservazione e convivenza

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