Il giusto impiego di colostro di qualità nella vitellaia è di fondamentale importanza per mantenere delle performance produttive di livello.

Nella vitellaia, in cui salute, management, identificazione e monitoraggio sono strettamente collegati, la prevenzione della diarrea neonatale e fondamentale per garantire oltre al benessere animale anche la redditività dell’azienda. In questo contesto, MSD Animal Health ha organizzato una serata di aggiornamento professionale1 incentrata sull’uso del colostro nella vitellaia. Alla formazione professionale dei numerosi medici veterinari partecipanti ha contribuito la dott.ssa Katie Denholm (Università di Glasgow, Scozia).

Le buone norme per la colostratura

La dott.ssa Denholm ha sottolineato che, analizzando la redditività di allevamento, un basso tasso di accrescimento della vitellaia corrisponde a una futura bassa produttività, è quindi fondamentale che i vitelli si mantengano sani fin dalla nascita.

Nel bovino, che nasce agammaglobulinemico, nelle prime settimane di vita l’immunità passiva è il principale meccanismo di difesa, quindi un’assunzione tempestiva di colostro in quantità sufficiente e di alta qualità è essenziale per fornire al vitello un livello adeguato di immunoglobuline: entro 2 ore dalla nascita deve ricevere almeno 3,5 l di colostro, seguiti, dopo altre 4 ore, da un’ulteriore dose di almeno 2 litri.

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© Aleksandar Malivuk – shutterstock.com

La qualità del colostro è fondamentale e va di pari passo con il concetto di igiene della colostratura. Infatti, i parametri piu importanti sono:

  • Tenore in IgG superiore ai 50 g per litro (per garantire la protezione anticorpale al vitello).
  • Conta totale batterica (TPC, Total Plate Count) < 100.000 CFU/ml.
  • Conta totale di coliformi (TCC, Total Coliforms Count) < 10.000 CFU/ml.

Fondamentale è mantenere l’igiene (in sala parto e per tutte le attrezzature utilizzate, compresi i secchi) per evitare la contaminazione del colostro.

È possibile valutare la qualità della colostratura con controlli ematici nei vitelli tra 24 ore e 7 giorni di vita. Anche la quantità di colostro è definita, e corrisponde al 10-12% del peso corporeo, pari a circa 4 l per un vitello di 40 kg: tale volume dovrebbe garantire la somministrazione di 150- 200 g di IgG all’animale.

Il controllo del colostro può essere eseguito per mezzo di un rifrattometro Brix, che misura il contenuto in sostanza secca di una soluzione. Lo strumento, la cui accuratezza è indipendente dalla temperatura del campione, può essere utilizzato per valutare le proteine totali nel siero dei vitelli come anche nel colostro. Un colostro di buona qualità deve avere almeno 50 g di IgG/litro, che corrisponde a un valore Brix del 22%.

Fondamentale è poi effettuare la colostratura entro le prime sei ore di vita; a 24 ore dal parto, infatti, le cellule dell’epitelio intestinale non sono più in grado di assorbire macromolecole, come le immunoglobuline; anzi, alcuni studi indicano che già a sei ore di vita i vitelli sono in grado di assorbire solo due terzi delle IgG presenti nel colostro.

In ogni caso, la colostratura deve avvenire “quietly” (“in tranquillita”), come ha affermato la dott.ssa Denholm, ovvero tendendo a ridurre il più possibile lo stress delle vitelle, ad esempio prevedendo la stabulazione in un ambiente tranquillo, per prevenire l’aumento della cortisolemia.

Conservazione del colostro

Una somministrazione tempestiva riduce anche i rischi microbiologici: il numero di batteri nel colostro, a temperatura ambiente, raddoppia ogni 30 minuti di permanenza nel secchio, inficiandone l’efficacia.

Un recente lavoro di revisione2 ha seguito 11 allevamenti scozzesi per capire l’origine dei batteri. Confrontando la carica batterica nel passaggio del latte dal capezzolo ai tre secchi in cui passava sequenzialmente dopo la mungitura e fino all’alimentatore automatico, si è visto che i batteri aumentavano progressivamente fino all’alimentatore dove la carica era notevole, sebbene il peggioramento assoluto si sia notato nel passaggio dal capezzolo al secchio.

Per la conservazione del colostro si può optare tra:

  • Frigorifero: la temperatura, da controllare regolarmente, deve essere di 4 °C; si conserva un massimo di 2 giorni (in base alla contaminazione iniziale).
  • Congelamento: a -20 °C, si conserva per 6-12 mesi.

Sono stati studiati anche metodi alternativi alla refrigerazione, anche se non tutti si sono dimostrati efficaci, ad esempio l’aggiunta di bifidobatteri e lattobacilli (rivelatasi poco utile), o la creazione di una sorta di “insilato di colostro”, un metodo studiato in territorio africano consistente nel tenere il colostro in una sacca chiusa: la fermentazione aerobica determina un abbassamento del pH ma anche uno scadente apporto nutritivo e comunque una scarsa durata del prodotto.

Si possono usare anche benzoato di sodio e sorbato di potassio: quest’ultimo si è dimostrato molto utile; oppure la pastorizzazione del colostro, che viene praticata solo nel 10% degli allevamenti. Sebbene non sia una tecnica di conservazione, effettuata a 60 °C (non di più per evitare la denaturazione delle IgG) per 60 minuti a bagnomaria minimizza la presenza di elicobatteri e Salmonella. Costosa, e utile in alcune realtà di allevamento, sebbene non sia efficace contro tutti i batteri.

La somministrazione prolungata di colostro

Sebbene la conservazione del colostro in allevamento presenti dei limiti, la sua somministrazione prolungata è utile a livello locale anche dopo le 6 ore di vita. Esiste la possibilità di utilizzare integratori artificiali di colostro, tuttavia, oltre a essere costosi, non tutti indicano in etichetta il contenuto di IgG, e sono rari quelli che dichiarano 50 g/l di IgG. Dunque, anche se tali prodotti devono garantire più di 100 di IgG per dose, non sostituiscono il colostro materno (ad esempio, possono mancare degli anticorpi specifici per un dato allevamento).

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© Tatiana.Sidorova – shutterstock.com

Si è visto inoltre che somministrando dosi inferiori di IgG per più tempo si ottiene un risultato migliore, ad esempio diluendo il colostro con il latte di transizione tra la 2° e la 6° mungitura, che presenta un valore di Brix del 14%, abbastanza alto. Per ottimizzare anche questa pratica sarà necessario evitare la contaminazione batterica e idealmente tenere separati i colostri, senza mescolarli fra loro.

Studi sperimentali che hanno confrontato le performance di vitello alimentati con sostituti del colostro o con colostro + latte intero, hanno mostrato migliori risultati per questi ultimi, tra cui miglior crescita dei villi e migliori score indicativi di salute (eye/ear score).

La dott.ssa Denholm ha suggerito per la conservazione e integrazione del colostro, di congelarlo nei vassoi con coperchio solitamente usati per fare i cubetti di ghiaccio. Dato il volume di ogni cubetto, si possono calcolare i grammi di IgG/cubetto.

Naturalmente ogni allevamento presenta scenari diversi, ma la somministrazione prolungata di colostro è vantaggiosa, e si è rivelato utile comunicare direttamente con l’allevatore riguardo alla salute della mandria, misurando e mostrandogli i risultati e, se necessario, aiutandolo a correggere il piano gestionale.

L’importanza delle tempistiche di colostratura

Per il corretto trasferimento dell’immunità passiva è necessario curare la colostratura, come descritto dal dott. Lorenzo Codega (MSD Animal Health Italia), che ha ribadito la necessità di somministrare entro 4-6 ore dalla nascita del vitello, almeno 3-4 l di colostro, con un’ulteriore somministrazione di almeno 2 litri nelle 6-12 ore successive. Dal giorno 3 al giorno 5 sarà sufficiente offrire al vitello 500 ml di colostro aggiunto al latte (nella linea vacca-vitello l’ideale è tenere insieme madre e figlio per i primi 5 giorni).

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© Kitreel – shutterstock.com

In alternativa, si può somministrare colostro e latte di transizione di madre vaccinata per 5 giorni. È possibile anche effettuare una colostratura più lunga, fino a 15 giorni, pratica che diversi studi hanno mostrato avere effetti benefici3

La colostratura lunga:

  • Fa parte delle buone pratiche.
  • Aumenta l’immunità locale.
  • Favorisce lo sviluppo dei villi intestinali.
  • Contribuisce alla prevenzione della diarrea.
  • Contribuisce all’aumento delle performance.
  1. Cassano d’Adda (MI), 11/6/24: Ora cambia tutto. Organizzato da MSD Animal Health. ↩︎
  2. Rowntree J. Practical rules and tools of colostrum management. American Association of Bovine Practitioners Conference Proceedings, February 2021. ↩︎
  3. Berge AC, Besser TE, Moore DA, Sischo WM. Evaluation of the effects of oral colostrum supplementation during the first fourteen days on the health and performance of preweaned
    calves. J Dairy Sci. 2009;92(1):286-95. ↩︎

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