L’enorme difformità di specie e le difficoltà relative allo stress, all’atteggiamento tipico di una preda, al quadro clinico spesso povero di sintomi dei pazienti aviari possono creare non pochi crucci al veterinario che si occupa di NAC o esotici.
Anamnesi accurata, un colloquio ben strutturato con il proprietario, immagini, video della quotidianità o dei sintomi rilevati, visita clinica e osservazione in ambulatorio non sempre sono sufficienti a formulare un sospetto diagnostico. Nelle specie aviarie l’ematologia resta dunque un importante ausilio, non tanto per “cercare” una risposta da “numeri ricavati da uno spettrofotometro” ma per confermare o indirizzare meglio le successive indagini, nella globalità e unicità del paziente.
Guida all’ematologia: come e da dove eseguire il prelievo
I siti di prelievo negli uccelli sono fondamentalmente tre: vene giugulare (destra), ulnari, metatarsali mediali. Con una buona contenzione e nei soggetti meno stressabili è possibile eseguire il prelievo anche ad animale vigile, anche se concreti rischi di rotture delle vene piuttosto fragili, stress da manualità e contenzione (da evitare assolutamente in animali evidentemente defedati o molto nervosi), e alterazione del leucogramma, possono inficiare l’indagine e mettere a repentaglio la sopravvivenza dell’animale. In sedazione gassosa, seppur monitorata perché anch’essa non scevra da rischi, la metodica di prelievo è decisamente facilitata.
Negli uccelli non è necessario provocare emostasi mediante pressione digitale o laccio come nei mammiferi ma è opportuno disinfettare, evidenziare la vena ricorrendo eventualmente a deplumazione limitata nel punto di inserzione dell’ago (in genere necessario a livello ulnare o metatarsale) e bagnare la cute con alcool. L’esperienza e l’abilità dell’operatore sono fondamentali per concretizzare un consono prelievo nelle varie sedi e nelle varie specie differenti per dimensione, calibro delle vene, spessore della cute e presenza o meno di grasso sottocutaneo.
L’aspirazione deve in ogni caso essere delicata per non causare il collasso delle pareti venose, e successivamente sarà necessaria una compressione sul punto di prelievo per evitare lo stravaso ematico e la formazione di un ematoma.
Guida all’ematologia: quanto prelevare
La quantità corretta di sangue prelevabile dipende da molti fattori, valutati già in sede di visita:
- grado di idratazione o criticità del paziente aviare
- sedi di prelievo (maggior sangue è prelevabile dalla giugulare, meno da una metatarsale, ad esempio)
- tipo di ricerca programmata
Il volume massimo di sangue prelevabile in sicurezza da un uccello segue la regola dell’1% del peso corporeo, sapendo che il volume ematico totale di un volatile varia dal 5% al 20% del suo peso corporeo.

Una volta ottenuto il campione, una goccia andrebbe sempre utilizzata per ottenere uno striscio, che in seguito sarà colorato e su cui può essere eseguita una delle più importanti indagini, ovvero la stima e conta delle cellule della serie bianca. Il restante sangue va conservato procedendo con tempestività a deporlo in una provetta scelta preventivamente a seconda della proporzione sangue/anticoagulante, per poi eseguire l’esame biochimico e la valutazione del PCV (packed cell volume o ematocrito).
Il coagulante di gran lunga più utilizzato in medicina aviare è il litio-eparina, che consente di ottenere per separazione una discreta quantità di plasma ed è utilizzato per svariate indagini: ematochimica, conta cellulare, PCR. Esso interferisce con la colorazione delle cellule ematiche, quindi è sempre consigliato approntare lo striscio prima di porre il sangue a contatto con l’anticoagulante.
Raramente vengono impiegate provette contenenti EDTA, in quanto questo anticoagulante provoca emolisi in molte specie (corvidi, cracidi, gru coronate, buceri, tacchini, struzzi). Risulta però di utilità in caso di ricerca di piombemia, conta delle cellule ematiche nelle specie ove non provoca emolisi, dosaggio del fibrinogeno, o esami in cui sia richiesto il DNA cellulare (ad esempio il sessaggio mediante PCR).
Il siero viene separato e inviato al laboratorio anche in caso di ricerca di tracce di zinco ematico o malattie infettive.
Guida all’ematologia: caratteristiche del sangue degli uccelli
Il sangue degli uccelli è costituito da globuli rossi nucleati di forma ovalare, trombociti (anch’essi nucleati) e cellule della serie bianca: granulociti eterofili (con funzioni assimilabili ai neutrofili nei mammiferi), eosinofili (si suppone implicati maggiormente in reazioni allergiche o parassitarie, ma che possono aumentare anche in caso di clamidiosi), basofili (ancora in fase di studio, in alcune specie associati a stadi acuti di infiammazione ), linfociti (suddivisi in piccoli, medi e grandi linfociti, implicati nella difesa immunitaria umorale o cellulomediata – linfociti B e T) e monociti, questi ultimi espressione di difesa immunomediata in caso di processi infiammatori/infettivi cronici (ad esempio aspergillosi, micobatteriosi, clamidiosi cronica).
Guida all’ematologia: valutazione dell’esame emocromocitometrico
Da un paio di gocce di sangue, una strisciata sul vetrino microscopico e l’altra raccolta in un capillare per microematocrito, si possono ottenere svariate informazioni, preziose per avallare o indirizzare una diagnosi e quindi una tempestiva terapia.
Il restante campione può essere inviato a un laboratorio per eseguire una conta mediante camera di Neubauer oppure macchinari dedicati a impedenza elettronica non ottica che sfruttano la diffusione della luce laser (in quest’ultimo caso è richiesto un campione in sodio citrato, è quindi fondamentale informarsi preventivamente presso il laboratorio riguardo la metodica di conta).

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Negli uccelli l’ematocrito varia dal 35 al 55% (in particolare in psittacidi e falchi, un po’ più elevato nei passeriformi). L’emoglobina aviare è molto più efficiente nel suo compito di trasporto dell’ossigeno rispetto a quella dei mammiferi (per sostenere lo sforzo aerobico del volo), risulta quindi un valore minore di emoglobina totale nei volatili (11-18 g/dl).
È inoltre perfettamente normale una policromasia fino al 5%, ovvero presenza di globuli rossi immaturi, dato il rapido turnover delle cellule del sangue aviare. Se la policromasia rilevata supera questo valore va registrata una rigenerazione attiva. Se essa si associa a irregolarità degli stessi eritrociti (doppi nuclei, discromia, alterazioni di forma) andrà indagata la causa di una discrasia midollare come, ad esempio, una grave malattia virale o, seppur più rara, una neoplasia.
L’eritrogramma può essere letto come avviene nei mammiferi, ovvero rilevando normalità rispetto ai range di riferimento, oppure anemia da perdita, anemia emolitica o da mancata produzione.

Più rara è una vera policitemia (in genere associata a disidratazione). Variazioni fisiologiche non devono trarre in inganno, in quanto fattori ormonali legati al sesso e alla stagione riproduttiva causano variazioni della conta totale eritrocitaria dal range, e così pure l’età: nei giovani il parametro TRBC (total red blood cells) è sensibilmente inferiore.
Anche le stagioni influiscono sul PCV (clima, attività fisiologiche, alimenti diversi): si assiste ad emoconcentrazione con il freddo e in inverno ed emodiluizione legata alle alte temperature e all’estate.
Infine l’altitudine e la taglia causano una “finta” policitemia; in particolare si osserva un valore di TRBC superiore nei piccoli uccelli: 4 x 106 cellule/l rispetto al 2 x106 cellule/l degli uccelli di taglia maggiore.
Attenzione agli emoparassiti
I parassiti che possono essere riconosciuti nello striscio ematico colorato (con Giemsa o colorazioni rapide) delle specie aviarie sono numerosi:
- Borrelia anserina (spirochetosi)
- Tripanosoma spp. Aegyptianella spp. (appaiono inclusioni acidofile intracitoplasmatiche nella serie rossa)
- Isospora serini (inclusioni ovali prive di pigmento nei linfociti circolanti, raccolti dal buffy coat);
- microfilarie
- gametociti di Leukocytozoon spp.
- Haemoproteus spp.
- Plasmodium spp. (con micro e macrogametociti rotondeggianti, contenenti granuli, che occupano circa metà dell’eritrocita colpito, schiacciandone il nucleo ad un’estremità)

© Elena Ghelfi

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Guida all’ematologia: leucogramma e “falsi amici”
Con lo striscio ematico può essere eseguito anche un esame interno allo scopo di contare in modo stimato e differenziare la popolazione della serie bianca per poter agire tempestivamente nella cura del paziente. La conta su striscio si può apprendere abbastanza velocemente imparando prima di tutto a differenziare correttamente le varie cellule presenti, cosa in realtà non sempre agevole: le specie aviari sono numerose e il leucogramma varia anche a seconda di età, sesso, periodo fisiologico.
Occorre una certa esperienza per non farsi trarre in inganno da cellule all’apparenza simili che vengono “catturate” in quel preciso prelievo come, ad esempio, eterofili degranulati che possono essere confusi con eosinofili, monociti simili a grandi leucociti, trombociti simili a piccoli leucociti, rubrociti scambiati per leucociti attivati, e viceversa. In definitiva, la lettura su vetrino è operatore-dipendente, va quindi ponderata attentamente la scelta per l’esame interno alla struttura (andrebbe affidato sempre allo stesso operatore) oppure a un laboratorio esterno di fiducia.
La formula da applicare in caso di conta stimata della serie bianca è la seguente:
(n° leucociti in 10 campi casuali osservati a 40X/10) x 2.000
La conta assoluta e relativa della serie bianca si ottiene contando e discriminando le varie popolazioni leucocitarie su 100 cellule della serie bianca osservate nei campi osservati a 100X.

In genere si suppone una leucocitosi quando il numero delle cellule della serie bianche supera i 10.000-15.000/μl, ma in alcuni rapaci notturni è fisiologico raggiungere i 30.000/μl.
La conta totale della serie bianca dev’essere sempre rapportata alla specie in esame perché possono venir registrati erroneamente dati fisiologici oppure legati alla reattività individuale che possono fuorviare il clinico. Ad esempio, la maggior parte delle specie nordiche presenta fisiologicamente un leucogramma caratterizzato da valori più bassi, le ara tendono invece alla leucocitosi anche da stress, mentre sempre lo stress da manipolazione, da trasporto o da gestione errata, influenza, causando una leucopenia, ratiti e rapaci; inoltre, alcuni psittacidi e i falchi non abituati al contatto umano, i passeriformi, i columbidi possono facilmente manifestare un leucogrammma da stress con leucocitosi.
La conta relativa può essere influenzata ancora una volta dalla specie (esistono specie considerate “linfocitiche”, come i passeriformi, e specie “eterofiliche”, ad esempio gli psittacidi ad eccezione degli Amazona), da variabili fisiologiche o patologiche legate all’adattamento o meno alla cattività, come in caso di malgestione, autodeplumazione, periodo di ovodeposizione.

Una leucocitosi assoluta si osserva in caso di stato infiammatorio con o senza infezione, intossicazione, emorragie interne, neoplasie. Per districarsi e ottenere maggiori dati, è fondamentale in questi casi la conta differenziale.
L’eterofilia, ad esempio, suggerisce di indagare meglio su eventuali traumi, intossicazioni o malattie infettive perché può essere legata a una reazione abbastanza imponente a una grave infezione e può essere associata a leucocitosi (es. in caso di clamidiosi, aspergillosi iniziale, peritonite da uovo) ma può anche essere conseguente a un’importante chirurgia o intossicazione.
Una linfocitosi invece è sempre legata a una reazione immunomediata. Eziologie tipiche sono attribuibili a infezioni virali oppure, se vengono rinvenuti linfociti con anomalie citoplasmatiche e nucleari, con nucleoli evidenti, talvolta in mitosi, a neoplasia linfoide.
Le monocitosi sono sempre associate a patologie croniche granulomatose come aspergillosi, micobatteriosi, clamidiosi, in cui ci sia un’estesa necrosi tissutale con fagocitosi.
Anche la basofilia è stata associata a traumi/necrosi tissutali ma anche a forme acute di ipersensibilità o reazioni allergiche.
La leucopenia (in particolare eteropenia) è invece associata a endotossiemie, setticemie, alcune malattie virali (malattia di Pacheco, circovirosi, ecc.) micosi sistemiche, avvelenamenti, farmaci e sostanze chimiche, anafilassi, leucemia, gravi malattie disfunzionali (denutrizione, errata alimentazione).
Un’eteropenia in presenza di trombociti normali (vedere riquadro 3) e assenza di anemia con spostamento a sinistra dei granulociti deve invece far supporre un’infiammazione acuta da esaurimento delle cellule mature a livello periferico. Una linfopenia (in uccelli linfocitici) si osserva in caso di stress, utilizzo di corticosteroidi, gravi (e infauste) malattie virali.
Guida all’ematologia: trombociti
Nello striscio microscopico del sangue prelevato da una specie aviare vanno osservati e contati anche i trombociti, cellule di forma allungata che possono apparire talvolta ovalari, altre volte più tondeggianti. Nucleati, con materiale nucleare più addensato rispetto ai globuli rossi, i trombociti presentano citoplasma chiaro che talvolta può contenere granuli o vacuoli. Nella maggior parte delle specie il range di normalità è di 20.000-40.000 cellule/μl. I trombociti partecipano attivamente all’emostasi ma possiedono anche capacità fagocitarie e difensive.