La prof.ssa Temple Grandin consiglia come impiegare gli arricchimenti ambientali nel modo più pratico e utile possibile nell’allevamento suinicolo e avicolo grazie alla sua lunga esperienza nel campo del benessere animale.

La review1 della prof.ssa Temple Grandin, docente di Scienze animali alla Colorado State University (USA) e consulente di livello internazionale per il benessere animale, si è prefissata l’obbiettivo di illustrare nel concreto i migliori arricchimenti ambientali, esclusa la paglia, utilizzabili facilmente nell’allevamento intensivo suino e avicolo, nell’ottica di migliorare il benessere animale nel maggior numero possibile di allevamenti.

L’impulso in questo ambito non arriva solo dagli acquirenti di prodotti di origine animale, ma di riflesso anche dai grandi compratori per la ristorazione e la distribuzione organizzata. Dagli oltre 40 anni di esperienza dell’autrice in numerosi Paesi è emerso che sono sempre più i grandi investitori a pretendere standard di benessere conformi ai dettami dell’azienda, a prescindere dalla normativa vigente, e a fare pressioni perché ci  avvenga.

Un altro elemento importante è che per ottenere dei buoni risultati sono necessarie delle linee guida semplici, precise ed efficaci, comprensibili in tutti i punti e luoghi della filiera, e ben illustrate, ripetutamente, a tutti gli operatori.

Vi è però una doverosa premessa da fare: gli effetti benefici degli arricchimenti ambientali non possono in alcun modo sostituire un ambiente ottimale dal punto di vista igienico (attrezzatura pulita, ventilazione adeguata, bassi livelli di ammoniaca ecc.) e di benessere (densità animale, manipolazioni ecc.): non c’è scelta peggiore che usare una lettiera di paglia insufficiente e sostituirla troppo poco spesso.

I limiti degli arricchimenti ambientali

L’autrice ha espressamente indagato i metodi di arricchimento ambientale più facilmente implementabili, questo perché uno dei maggiori ostacoli è la poca praticità. Negli allevamenti dei broiler, ad esempio, gli arricchimenti più usati sono quelli facilmente rimovibili nel momento in cui devono essere catturati o manipolati gli animali. Questi arricchimenti ambientali devono essere facili da prendere o collegati a cavi in modo che possano essere sollevati verso il soffitto (con gli stessi meccanismi utilizzati per le mangiatoie e gli abbeveratoi), o appesi ai muri. Devono essere, quindi, leggeri ma robusti.

Le problematiche insorgono quando gli arricchimenti possono costituire un potenziale rischio di biosicurezza o di gestione dei rifiuti: gli allevatori suinicoli temono, ad esempio, che l’uso esteso di paglia possa veicolare degli agenti infettivi, o danneggiare il sistema di scarico dei reflui, preferendo così ricorrere alla pavimentazione fessurata. Nello specifico, nonostante la paglia sia uno dei materiali migliori per l’arricchimento ambientale, essa è solo raramente impiegata nell’allevamento intensivo suino, dove la pavimentazione è prevalentemente in calcestruzzo pieno o fessurato.

A tal proposito, alcuni programmi di benessere animale prevedono l’uso di paglia nell’arricchimento dei broiler, e in tal caso può essere raccomandato l’impiego di coperture per i depositi esterni di questo materiale, soprattutto per prevenire la contaminazione da parte delle deiezioni di uccelli selvatici, potenziali serbatoi di influenza aviaria. Una paura, questa, che ha spinto produttori statunitensi a limitare l’accesso all’esterno degli avicoli.

Un arricchimento utile è un arricchimento usato

Secondo un sondaggio tedesco, l’opinione pubblica preferisce un arricchimento naturale, tuttavia non sempre esso si rivela il più efficace, ad esempio le spazzole motorizzate impiegate nell’allevamento bovino, sono sintetiche ma estremamente apprezzate. Il punto è proprio questo. L’arricchimento deve servire all’animale, che lo deve usare spesso, anzi deve proprio cercarlo attivamente.

Un esempio sono le pietre per affilare il becco: quando usate con costanza esse si deformano formando una depressione. In aggiunta, esse non richiedono ulteriori accorgimenti e possono essere facilmente e velocemente cambiate con altre, magari di materiale diverso, se non impiegate adeguatamente.

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Esempio di pietra usata dai broiler per affilare il becco. Fonte: da Grandin1.

La giusta via di mezzo per i suini

Alcuni arricchimenti ambientali non sono fattibili nell’allevamento intensivo suino. Ad esempio, i suini trovano molto gratificante rotolarsi nel fango, ma ciò non è attuabile. E non sono possibili neppure arricchimenti che possano interferire con il sistema di smaltimento dei liquami, come la paglia. Nello specifico, è stato stimato che la quantità di paglia massima utilizzabile per maiale al giorno che non crei problemi di gestione dei reflui sia di soli 20 grammi, insufficiente per il benessere dei soggetti (ad esempio per diminuire gli episodi di morsicature delle code).

Sfruttando le caratteristiche etologiche dei suini, possono essere impiegati materiali masticabili e deformabili come tubi di gomma e strisce di tessuto sospesi al soffitto, rispetto alle classiche catenelle singole, in confronto molto meno apprezzate.

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Esempio di tubi di gomma e catene usate dai suini. Fonte da: Grandin1.

In ogni caso è necessario assicurarsi che, se anche rotti o strappati, questi materiali non possano intasare i sistemi di scarico e non contengano sostanze potenzialmente tossiche o dannose se ingerite, e che l’interesse degli animali sia mantenuto nel tempo.

Altri oggetti molto apprezzati dai suini sono, ad esempio, un pesante blocco di legno sul pavimento e le palle masticabili di poliuretano montate su delle molle fissate al pavimento. Un’altra opzione è preferire le catene sospese multiple, più attrattive, rispetto a quelle singole.

Alcuni studi hanno mostrato un effetto concreto degli arricchimenti ambientali sulla produttività dei soggetti: fornire materiale (fieno di erba medica o paglia) nella sala parto per la formazione del nido a scrofe partorienti porta ottimi benefici ai parametri riproduttivi sia in termini di nati vivi, sia di comportamento materno. In alternativa, buoni risultati, anche se minori, sono stati raggiunti appendendo uno straccio di iuta (165 x 60 cm).

Pur richiedendo maggior lavoro, secondo la letteratura, l’impiego di paglia per le partorienti sembra ripagare ampiamente gli sforzi, soprattutto se impiegata anche semplicemente nella sala parto.

Un altro ottimo vantaggio dell’arricchimento è la diminuzione della paura e dello spavento, come evidenziato in studi sull’uso di tubi di gomma sospesi in suini durante il periodo di finissaggio su pavimento fessurato.

Sfruttare l’etologia dei volatili

La review di Grandin si è concentrata soprattutto sugli allevamenti intensivi di broiler in capannoni con alloggio su lettiera. Prima di tutto è necessario appurare la bontà della lettiera e dell’igiene per mantenere bassi livelli di ammoniaca ed evitare trasferimento di terreno e di sporco sugli animali. La lettiera deve essere sufficientemente friabile per permettere ai soggetti di grattarsi e di praticare il dust bathing.

I parametri di monitoraggio, in questo caso, riguardano essenzialmente le lesioni riscontrabili al macello: ustioni al garretto, lesioni ai cuscinetti plantari, piumaggio sporco, lesioni al petto.

Alcune accortezze possono essere l’impiegare delle piattaforme sospese o delle rampe (alzabili fino al soffitto per sgombrare velocemente l’area) su cui i broiler possano salire, scendere e nascondersi sotto comodamente, anche quando diventano particolarmente pesanti e non utilizzano più i posatoi.

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Esempio di rampa usata dai broiler. Fonte: da Grandin1.

I broiler si radunano spesso lungo le pareti, per questo motivo è utile inserire dei panelli verticali al centro dei ricoveri, per favorire un migliore impiego degli spazi.

Tra i fattori che incidono fortemente sul benessere di questi animali vi sono la luce e la densità. Per quanto riguarda la luce, è assolutamente sconsigliato impiegare luci eccessivamente fioche che non permettano di visualizzare bene gli animali e le mangiatoie. A tal proposito esistono dei sistemi di illuminazione detti “a gradiente”: luci più forti a livello di mangiatoie e più fioche ai lati (simulando quello che succede in natura, dove gli uccelli mangiano e poi si ritirano in posti appartati e meno luminosi per riposare). In questo modo i soggetti possono scegliere dove posizionarsi in base alle preferenze, mostrandosi in aggiunta più attivi.

Esistono, inoltre, sistemi con puntamento laser automatico, i cosiddetti, “disco chicken”: periodicamente vengono azionati dei laser che si muovono per il ricovero e i broiler li seguono per beccarli. Secondo alcuni studi questo espediente favorisce l’assunzione di alimento.

Riguardo alla densità, è ormai comprovato che una sua diminuzione aumenta decisamente il benessere degli animali con riduzione delle lesioni agli arti e miglioramento degli score di deambulazione. Una prova empirica per capire se è presente sovraffollamento, a prescindere dal rispetto delle normative, è camminare tra gli animali il giorno della cattura: gli uccelli dovrebbero potersi allontanare almeno un metro dalla persona senza impilarsi con altri soggetti.

Tutti questi arricchimenti sono studiati per seguire il comportamento naturale degli uccelli: posizionarsi su piattaforme sopraelevate, nascondersi, beccare, grattarsi e fare dust bathing.

L’effetto benefico della musica

Il fattore sonoro non è da sottovalutare. L’autrice ha osservato che diffondere della musica nei capannoni riduce molto la reazione di paura dei suini ai rumori forti. Devono, ovviamente, esserci ore di silenzio, il livello sonoro non deve superare i 70 db, e il ritmo i 100 bpm.

Un ottimo esempio può essere la musica classica o quella indiana. Secondo la letteratura l’introduzione di musica adatta (2 ore di musica classica) nell’ultima parte della gravidanza e durante la lattazione ha portato a un aumento maggiore del peso dei suinetti; inoltre, attraverso un QBA (Qualitative Behavioral Assessment), il benessere emotivo dei suini è stato valutato come più positivo rispetto al controllo.

Fonti:

1. Grandin T. A Practical Approach to Providing Environmental Enrichment to Pigs and Broiler Chickens Housed in Intensive Systems. Animals. 2023; 13(14):2372. https://doi.org/10.3390/ ani13142372

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