Uno degli obiettivi della suinicoltura degli ultimi anni, insieme alla diminuzione dell’uso degli antibiotici fino ai casi strettamente necessari, è stato il ridimensionamento dell’uso di ossido di zinco nel mangime per lo svezzamento dei suinetti.
La questione sulla reale efficacia e sul bilancio rischio/beneficio del suo impiego è dibattuta.
Ma anche è chiara la decisione dell’Unione Europea di diminuire il più possibile il suo utilizzo per evitare i suoi effetti negativi in ambito di inquinamento ambientale e di antibioticoresistenza (in cui lo ZnO sembra in parte implicato).
La fase dello svezzamento e le due settimane successive sono da sempre un momento delicato della vita produttiva dei suini.
In questo periodo infatti essi affrontano numerosi fattori stressanti contemporaneamente, con maggiori probabilità di insorgenza di infezioni e diminuzione dell’assunzione di alimento, elementi spesso legati tra loro.
Per questi motivi la suinicoltura a livello globale si sta attivando per trovare delle soluzioni alternative efficaci e sostenibili per migliorare la produttività dei suini nel post-svezzamento, come ribadito alla London Swine Conference di quest’anno.
L’importanza dell’alimento giusto al momento giusto
Uno dei principali problemi dello svezzamento è che l’apparato gastroenterico è ancora specializzato nella digestione del latte.
L’alimento solido dato in questa fase è a base di mais, soia e frumento, quindi di amido, ma il suinetto ha ancora alti livelli di lattasi e bassi di maltasi e sucrasi importanti per digerire l’amido, appunto.
Ma l’età non è l’unico fattore importante.
Il peso e il tipo di transizione alimentare
Sia il peso sia il tipo di transizione alimentare possono giocare un ruolo fondamentale nello svezzamento dei suinetti. Difatti con l’aumentare del peso l’attività degli enzimi che digeriscono l’amido aumenta e diventa quindi possibile fornire alimento pre-svezzamento, innalzando ulteriormente il peso in un circolo virtuoso.
Non solo, fornire alimento pre-svezzamento in pellet aumenta l’assunzione di cibo del post-svezzamento, poiché i suini sono già abituati a questa tipologia di alimento.
Il tipo, la qualità e la modalità di somministrazione dell’alimento starter assume un ruolo preponderante nelle prime settimane post-svezzamento, dato che da essa può dipendere anche la presenza di diarrea.
L’intestino in questa fase ha difficoltà a digerire ingredienti ad alta quota proteica come la soia. Per questo motivo alimenti con una quota eccessiva di proteine possono portare a episodi diarroici.
La fibra solubile, d’altro canto si è dimostrata utile nel prevenire la colonizzazione di E. coli con effetti benefici sull’ambiente intestinale.

Gli additivi sicuri ed efficaci
I lieviti sono tra gli additivi più impiegati nello svezzamento dei suinetti e sono impiegati in tre forme diverse: come prebiotici, probiotici e postbiotici.
Come prebiotici i lieviti contengono substrati non digeribili impiegabili per i microorganismi benefici dell’intestino.
Come probiotici invece sono aggiunti vivi per i loro effetti positivi sull’ambiente intestinale.
Infine come postbiotici e inattivati contengono componenti cellulari e metaboliti utili come i betaglucani e i mannano-oligosaccaridi con funzioni immunomodulatrici e di prevenzione verso batteri nocivi.
Gli effetti positivi possono essere esercitati anche sulla scrofa. In particolare, è stato dimostrato che i lieviti postbiotici favoriscono un aumento delle secrezioni di anticorpi nel colostro, mentre l’azione positiva sul microbiota migliora le performance di assorbimento.
Gli acidificanti nella dieta sono importanti nella fase di svezzamento, poiché lo stomaco dei suinetti produce meno pepsina dell’adulto e, dato che essa agisce a pH acido, un costante ambiente acido gastrico migliora le performance dell’enzima evitando il passaggio di proteine indigerite nell’intestino con conseguente diarrea osmotica.
In aggiunta, l’ambiente acido diminuisce la carica batterica che passa nell’intestino.
Le accortezze gestionali da prendere durante lo svezzamento dei suinetti
Igiene e sistema immunitario
L’ambiente in cui avviene lo svezzamento deve essere in ottime condizioni igieniche.
Questo non è un dettaglio: in questa fase il suinetto deve sviluppare gradualmente una propria immunità partendo da un sistema immunitario non completamente maturo.
Gli stimoli antigenici, pur dovendo essere presenti, non devono però comprendere agenti patogeni o cariche microbiche troppo elevate soprattutto nei primi giorni di svezzamento dei suinetti in cui lo stress è elevato.
Insegnare ai suinetti ad alimentarsi
Un elemento spesso sottovalutato è insegnare ai suinetti ad alimentarsi nel modo corretto con il nuovo mangime, solido.
L’obiettivo primario dello svezzamento dei suinetti è avere un animale che inizia ad assumere spontaneamente cibo solido precocemente con un aumento di peso e di assunzione di alimento.
Per ottenere ciò è importante abituare e promuovere l’assunzione del cibo solido.
Ad esempio abituandoli ad avere cibo sempre fresco a disposizione già nella fase finale dell’allattamento in un ambiente sociale come le mangiatoie tonde o aiutandoli con una consistenza a cui sono più abituati (tipo “porridge”), aumentando la componente di acqua, utile anche per l’idratazione dell’animale.