La World Small Animal Veterinary Association (WSAVA) ha pubblicato per la prima volta nel mese di maggio 2024 le raccomandazioni per il controllo riproduttivo di cani e gatti. Questo lavoro, sviluppato da sei esperti internazionali, è soprattutto un’esaustiva sintesi bibliografica delle attuali conoscenze scientifiche sull’argomento, che incoraggiano i medici veterinari a rivedere la metodica utilizzata per la sterilizzazione nell’attività quotidiana e a favorire un approccio individualizzato.
I colleghi Alain Fontbonne e Xavier Lévy, diplomati ECAR (European College of Animal Reproduction), ne hanno approfondito alcuni aspetti nel corso di un webinar.
Metodi di controllo della riproduzione
Nelle cagne e nelle gatte l’ovariectomia è raccomandata, salvo in casi particolari in cui dev’essere eseguita un’ovarioisterectomia (affezione uterina, femmina gravida o potenzialmente gravida, storia di vaginite prepuberale). I relatori hanno indicato che loro non seguono la raccomandazione della WSAVA di promuovere la sola isterectomia (che consente la conservazione degli ormoni ovarici) per via della mancanza di dati clinici sui potenziali effetti dannosi a lungo termine (lacerazione vaginale durante l’accoppiamento, piometra del moncone uterino, ecc.).

Nei cani maschi, in prima linea gli esperti raccomandano l’applicazione di un impianto di deslorelina (agonista del GnRH), che possiede un’AIC per cani e gatti maschi. L’impianto viene utilizzato come test terapeutico, che consente di valutare l’impatto benefico della castrazione rispetto al motivo del consulto veterinario, e l’entità degli effetti collaterali sul paziente.
Nel gatto, l’impianto consente nella maggior parte dei casi di eliminare o ridurre le marcature urinarie e i conflitti tra maschi (quando sono sotto influenza ormonale).
L’impianto rappresenta una buona alternativa anche quando i proprietari temono l’anestesia generale o vedono la gonadectomia come una mutilazione.
Nei cani, se la richiesta è legata allo stile di vita (presenza di femmine intere in casa), la vasectomia è un’ottima opzione, troppo spesso trascurata, che consente la sterilizzazione senza castrare.

Nei gatti outdoor, l’epididimectomia potrebbe permettere di preservare gli ormoni sessuali evitando comunque il sovrappopolamento felino. Si tratta di una tecnica recente, che resta da valutare nella pratica.
L’impianto di deslorelina è autorizzato nella cagna prepubere solo per ritardare i primi calori prima dei 4 mesi di età; nella cagna adulta, infatti, l’impianto induce i calori e comporta, in rari casi, complicazioni ginecologiche (cisti ovariche, metropatie).
L’applicazione dell’impianto è altrettanto efficace nella gatta, con lo stesso profilo di rischio della cagna, ma attualmente non possiede un’AIC per questa specie.
Nella gatta, i calori sono influenzati dalla luce, possono quindi essere prescritti impianti o trattamenti a base di melatonina per via orale, ma la loro efficacia varia e dipende dall’animale; nella migliore delle ipotesi i calori si interrompono per 3-4 mesi.
Sono allo studio altre strade: alcuni vaccini per la terapia genica sono attualmente in fase di valutazione e i primi risultati sono molto incoraggianti.
L’età della sterilizzazione
Le raccomandazioni generali variano in funzione della taglia dell’animale, ma è necessario prendere in considerazione anche alcune particolarità di razza (che non sono correlate unicamente al peso dell’animale).
- Nei cani di piccola taglia (meno di 15 kg), la sterilizzazione è possibile prima o dopo i primi calori (tra 5 e 8 mesi), salvo in caso di sviluppo anomalo della vulva (vulva incappucciata). In quest’ultimo caso la sterilizzazione deve avvenire imperativamente dopo la pubertà.
- Nelle razze medie (15-30 kg), la sterilizzazione è indicata a partire dagli 8 mesi di età.
- Nelle razze di taglia grande (oltre 30 kg), è fortemente consigliata la sterilizzazione tardiva, dopo l’età di 1 anno.
La sterilizzazione precoce (prima dei 4 mesi di età) non è raccomandata dalla WSAVA, eccetto che per gattini o cuccioli di rifugio. Tuttavia, attualmente non sono disponibili sufficienti studi per concludere che la sterilizzazione precoce abbia effetti dannosi sulla salute, in particolare nel gatto.
Interessi sanitari della sterilizzazione
Nel cane maschio, l’interesse della castrazione riguarda la prevenzione dei tumori testicolari, dell’iperplasia prostatica benigna, degli adenomi perianali e delle malattie sessualmente trasmissibili (sarcoma di Sticker).

Nelle cagne la sterilizzazione consente di prevenire i tumori mammari (soprattutto se effettuata prima del secondo estro), le malattie ovariche, la piometra (che colpisce il 20% delle cagne intere prima dei 10 anni di vita), le pseudolattazioni, l’iperplasia vaginale e i leiomiomi vaginali.
Secondo alcuni autori la gonadectomia sembra aumentare l’aspettativa di vita (del 13,8% nei maschi e del 26,3% nelle femmine); tuttavia, gli studi che puntano in questa direzione non tengono conto dell’età della sterilizzazione e del fatto che, negli Stati Uniti (dove questi studi sono stati condotti), gli animali sterilizzati sono generalmente meglio medicalizzati rispetto agli animali interi. Esiste quindi un bias statistico maggiore in questo lavoro, che rende i risultati difficili da interpretare.
Nel cane maschio i comportamenti indesiderati non patologici diminuiscono in circa il 60% dei casi, in particolare le marcature urinarie (soprattutto indoor), le fughe dovute all’attrazione per le cagne e l’atteggiamento di monta sulle persone.
Gli effetti nocivi sulla salute
Un animale gonadectomizzato non possiede più ormoni sessuali, e ciò provoca un aumento dei livelli circolanti di FSH e LH. Questi ormoni svolgono molteplici azioni nell’organismo, a tutti i livelli (dai globuli bianchi alle articolazioni).
- Il legame tra sterilizzazione e comparsa di alcuni tumori è stato oggetto di numerosi studi, i cui risultati sono talvolta contraddittori. In alcune razze, nei soggetti sterilizzati si osserva un aumento di carcinomi transizionali della vescica, osteosarcomi, linfomi, mastocitomi e tumori della prostata. Una ipotesi per spiegare ciò chiama in causa la sovraespressione dei recettori dell’LH all’interno dei tessuti composti da determinate cellule tumorali (linfoma, emangiosarcoma). Tuttavia, questi dati devono essere relativizzati, perché questi tumori rimangono rari nella maggior parte delle razze. Ad esempio, l’incidenza degli emangiosarcomi nei cani interi è inferiore al 2%, ed è stimata tra l’1,5 e il 4% nei cani sterilizzati. Alcuni studi presentano bias statistici che rendono i risultati discutibili, in particolare perché gli animali sterilizzati studiati vivono più a lungo degli animali interi, perché l’incidenza dei tumori aumenta con l’età del cane e perché gli studi non tengono conto dell’età del cane al momento dell’insorgenza della neoplasia. Tuttavia, è opportuno conoscere alcuni casi particolari. È stato dimostrato un forte aumento (dall’8% al 28%) dell’incidenza degli osteosarcomi nei Rottweiler castrati tra 1 e 3 anni di età. Nei Golden retriever sterilizzati prima dell’anno di età, l’incidenza del linfoma è quasi del 10% (contro il 3,5% se la sterilizzazione avviene tardivamente, mentre l’incidenza resta estremamente bassa nei Golden retriever interi). Questi dati non dovrebbero essere estrapolati ad altre razze, anche assimilabili, come il Labrador retriever, per il quale negli stessi studi non sono state confermate queste osservazioni. Nelle razze di piccola taglia, il rischio di un aumento dei tumori non è segnalato, tranne che nei Boston terrier e negli Shih tzu, ma lo studio che li cita non descrive l’esatta natura di questi tumori né il loro aumento di frequenza. Per queste razze è quindi consigliata una sterilizzazione più tardiva. Per i gatti esistono pochissimi dati (solo uno studio tende a indicare risultati comparabili con quelli relativi alla specie canina per quanto riguarda i potenziali effetti indesiderati) e attualmente non è possibile trarre conclusioni sull’impatto della sterilizzazione sullo sviluppo di tumori.
- Il rischio di incontinenza urinaria post-sterilizzazione riguarda principalmente le razze di peso superiore a 20 kg, in particolare Boxer, Setter, Sharpei, ecc. In queste razze a rischio è consigliato limitare la castrazione e promuovere la sterilizzazione post-puberale (la castrazione precoce aumenta l’espressione clinica dell’incontinenza e la guarigione medica è più difficile).
- Il rischio di obesità aumenta dopo la sterilizzazione, più spesso nei maschi rispetto alle femmine. Gli animali castrati hanno più difficoltà a perdere peso, e la bulimia può presentarsi molto rapidamente dopo la gonadectomia e persistere per tutta la vita (il controllo dell’assunzione dell’alimento deve quindi essere costante). Allo stesso tempo, il metabolismo diminuisce in modo significativo. Il sovrappeso comporta il rischio di sviluppare diabete e una ridotta aspettativa di vita, soprattutto negli animali di piccola taglia. Il monitoraggio nutrizionale dei cani castrati o sterilizzati medicalmente è essenziale.
- La castrazione prepuberale ritarda la chiusura delle cartilagini di accrescimento. Sebbene negli studi si possa riscontrare un discreto aumento delle dimensioni delle ossa lunghe, non si osserva alcun impatto clinico, nemmeno per razze giganti come il Maine coon. In cani e gatti non è stato riportato alcun aumento del rischio di frattura, mentre il rischio di rottura del legamento crociato craniale è aumentato in alcuni cani sterilizzati (a seconda della razza) di peso superiore a 20 kg, indipendentemente dal BCS. È sconsigliato sterilizzare le razze a rischio (in particolare Pastore tedesco e Golden retriever) prima dell’età di 1 anno, a maggior ragione i cani da lavoro. Il rischio di sviluppare displasia coxofemorale è aumentato nei cani di peso superiore a 20 kg se vengono sterilizzati prima dell’età di 1 anno.
- In caso di comportamenti ansiosi o aggressivi, è fortemente sconsigliato castrare l’animale, perché ciò spesso rende la terapia comportamentale meno efficace (a causa della perdita di plasticità neuronale); talvolta si osserva persino un aumento di questi comportamenti patologici. È quindi necessario assicurarsi che l’animale non abbia problemi comportamentali prima di considerarne la castrazione.
- La sterilizzazione può avere un impatto sul mantello, soprattutto in alcune razze (ad esempio il Cocker spaniel), determinando la comparsa di mantello di aspetto giovanile.
Raccomandazioni da adattare e in evoluzione
La decisione di sterilizzare un cane o un gatto deve quindi essere attentamente valutata, considerando specie, razza, sesso, nonché il profilo del proprietario (qualità della medicalizzazione, nozione di “proprietario responsabile”) e lo stile di vita dell’animale. È necessario effettuare sistematicamente un consulto pre-sterilizzaizone per comprendere appieno le aspettative dei proprietari e ottenere il consenso informato.
Le raccomandazioni della WSAVA saranno senza dubbio modificate negli anni a venire sulla base dei dati scientifici, in continua evoluzione. Inoltre, le razze (e le loro malattie ereditarie) cambiano, così come la visione della sterilizzazione nella nostra società si evolve.