Il linfoma è la neoplasia maligna più comune nella specie felina ma, a causa della variabilità di localizzazione anatomica, della differente diagnosi istopatologica e della eterogeneità molecolare, non è ancora stato definito un approccio univoco a questa patologia, anche se è ormai nota una correlazione tra la malattia e la positività al virus della leucemia felina (FeLV).
La sfida nella terapia del linfoma giovanile è che negli animali giovani non si conoscono gli effetti dei farmaci sullo sviluppo corporeo ed è anche difficile adeguarne il dosaggio poiché metabolismo ed escrezione delle molecole farmacologiche nel soggetto pediatrico possono avvenire in maniera diversa rispetto a quanto avviene in età adulta.
Uno studio britannico1, avviato nel 2008, ha dunque inteso definire le caratteristiche e la risposta alla chemioterapia del linfoma giovanile nel gatto.
La forma mediastinica del linfoma giovanile è la più diffusa
La raccolta dei dati ha visto la collaborazione di cinque cliniche veterinarie del Regno Unito che hanno messo a disposizione le cartelle cliniche dei pazienti ai quali è stata diagnosticata una forma tumorale da linfoma giovanile tra il 2008 e il 2022.
Sono stati così raccolti i dati di 33 gatti di età compresa tra i 3 e i 18 mesi (età media 1 anno), in prevalenza di sesso maschile. I pazienti erano stati portati a visita per sintomi quali dispnea (nella maggior parte dei casi), letargia, linfoadenopatia periferica, disoressia, perdita di peso, vomito, poliuria-polidipsia, scolo nasale, ed erano stati visitati mediamente 4 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi.
La forma oncologica più diffusa è risultata quella mediastinica, seguita dalla forma disseminata e da quella renale. In tutti i casi, si trattava di linfoma a medie o a grandi cellule.
Inoltre, dei 14 gatti con localizzazione linfonodale periferica della neoplasia (presentazione molto frequente nel gatto secondo un precedente studio del 20102), 13 mostravano anche coinvolgimento intratoracico o addominale.
Solo un gatto in questo studio mostrava (contrariamente a quanto avviene di solito) linfoma intestinale.

Anemia e linfopenia erano i disordini ematologici più frequentemente riscontrati, mentre a livello biochimico erano più spesso frequenti le anomalie dei valori renali, rispetto a quelli epatici.
Solo 3 gatti su 33 sono risultati positivi all’antigene di FeLV, nessuno invece al test anticorpale per FIV.
Buona risposta alla terapia
Ventisei gatti su 33 sono stati sottoposti a protocolli terapeutici multifarmaco per il trattamento del linfoma: i farmaci più frequentemente utilizzati per questa patologia sono ciclofosfamide, vincristina, prednisone, doxorubicina, lomustina, clorambucile, L-asparaginasi.
La migliore risposta terapeutica si è osservata con un protocollo chemioterapico composto da più principi attivi.
La tossicità di questi farmaci si è manifestata con effetti collaterali quali neutropenia, diarrea, trombocitopenia e inappetenza, per i quali sono state eseguite terapie di sostegno e in alcuni casi (4 soggetti) è stato necessario ridurre il dosaggio dei farmaci.
Comunque in nessun caso è stato necessario il ricovero.
Si è notato che in questi animali la percentuale di risposta completa alla terapia è stata importante, pari al 46% e che, all’interno di questa percentuale, il tempo di sopravvivenza senza progressione della malattia è stato più lungo.
Tra gli animali allo studio, 7 felini sono stati definiti “sopravvissuti a lungo termine” in quanto ancora in vita dopo due anni dalla diagnosi di linfoma.
I ricercatori hanno concluso che, poiché solo alcuni dei gatti colpiti da linfoma inseriti nello studio erano risultati positivi all’antigene per FeLV, devono esserci altri fattori, genetici o ambientali, che favoriscono lo sviluppo di linfoma nel gatto giovane FeLV negativo.
I ricercatori hanno concluso che, sebbene il riscontro di pazienti sopravvissuti a lungo termine possa indicare un esito favorevole dei protocolli terapeutici chemioterapici con più farmaci nei gatti giovani e pediatrici, sono necessari ulteriori studi per identificare biomarker genetici prognostici per meglio determinare il risultato terapeutico, in modo da essere in grado di dare indicazioni più precise ai proprietari di gatti giovani che devono decidere se sottoporre a un trattamento intensivo come la chemioterapia i loro animali.
- Rogato F, Tanis JB, Pons Gil B, Pittaway C, Johnston CA, Guillén A. Clinical characterisation and long-term survival of paediatric and juvenile lymphoma in cats: 33 cases (2008-2022). J Small Anim Pract. 2023;10.1111/jsap.13667. doi:10.1111/jsap.13667
- Schmidt JM, North SM, Freeman KP, Ramiro-Ibañez F. Feline paediatric oncology: retrospective assessment of 233 tumours from cats up to one year (1993 to 2008). J Small Anim Pract. 2010;51(6):306-311. doi:10.1111/j.17485827.2010.00915.x