Il soffio nel gatto può avere innumerevoli significati e cause, ma non deve essere mai sottovalutato, soprattutto dai proprietari.

Il termine soffiare deriva dalla parola latina “sufflare” composta da “sub” che vuol dire “sotto” e “flare” che significa “soffiare, spirare”.

Il termine in sé, già dovrebbe far riflettere sull’intensità e il grande significato che assume il “soffiare” nella comunicazione felina.

Il vento quando soffia determina sempre un cambiamento ed è proprio così. Anche il soffio del gatto non è un comportamento fine a sé stesso, ma va analizzato per capire che cosa il pet vuole comunicare. Talora, infatti, potrebbe essere anche la spia di un disagio psico-fisico vissuto dall’animale.

I diversi significati del soffio del gatto

Il soffiare è un comportamento assolutamente normale che il gatto mette in atto in tutte le situazioni in cui si sente in pericolo o per difendere qualcuno a cui tiene particolarmente.

Il gatto che soffia in determinate circostanze quali la visita dal veterinario o alla vista di un animale che non conosce o di una persona estranea o in presenza di un oggetto nuovo è, infatti, del tutto normale.

Come lo è per le gatte, che per difendere i loro cuccioli tendono, infatti, a soffiare alle persone estranee o ad altri animali che tentano di avvicinarvisi.

È infatti considerata dagli studiosi come una vocalizzazione difensiva che il pet utilizza per evitare un conflitto nei confronti di qualcuno che, secondo lui, in quel momento lo sta minacciando o facendo sentire in pericolo.

Il soffio è, spesso, accompagnato da altri segni posturali ben evidenti che indicano chiaramente lo stato emotivo in cui si trova il pet.

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Segni posturali, come orecchie abbassate e/o all’indietro, schiena inarcata, peli ritti, sguardo fisso con pupille dilatate, sono tipici del gatto che soffia.
© cynoclub – shutterstock.com

Il soffio del gatto può anche indicare uno stato di irritazione nei confronti di un conspecifico, che è stato introdotto nel sistema familiare senza le dovute e necessarie precauzioni.

Il gatto, inoltre potrebbe soffiare per esprimere la sua irritazione verso il proprietario che lo spazzola, perché non è stato abituato a farlo sin da cucciolo.

Quando il soffio del gatto non è da sottovalutare

Il soffio, tuttavia, viene utilizzato dal pet anche per esprimere in modo chiaro il dolore fisico che sta provando in quel momento oppure per comunicare un suo stato di malessere psichico.

Tale stato può essere determinato dall’ambiente in cui vive l’animale che magari ha subito dei cambiamenti o ha uno scarso arricchimento ambientale, oppure dalla presenza di determinati oggetti, di animali o di persone che gli creano uno stato di agitazione.

Anche in questo caso, dunque, il gatto utilizzerebbe il soffio per comunicare la sua sofferenza psichica.

Tale modo di comunicare non sempre risulta di facile interpretazione.

Molti proprietari sottovalutano il problema, non considerandolo tale e pensando che sia del tutto normale che il loro gatto soffi anche in circostanze dove in apparenza non vi è niente di strano.

In realtà, un proprietario attento, se nota che il suo gatto soffia troppo spesso e senza un motivo apparentemente chiaro dovrebbe rivolgersi immediatamente al Veterinario. Il clinico, dopo aver escluso patologie di tipo organico dovrebbe indirizzarlo dal Medico veterinario comportamentalista.

Meglio prevenire che curare

Se il gatto soffia per un motivo reale, che già a priori era prevedibile, è chiaro che il suo comportamento è del tutto normale.

Evitare che ciò accada è sicuramente preferibile, specialmente se vi sono dei bambini nell’abitazione che potrebbero inutilmente spaventarsi.

Un gatto, mentre soffia, può infatti incutere paura, non solo nei più piccoli, ma anche negli adulti.

Del resto è proprio questo l’intento del gatto, far allontanare la persona o l’animale che gli procura un certo disagio.

Un gatto che soffia è pronto ad attaccare. Il suo significato è chiaro: “Se avanzi, io sarò costretto ad aggredirti”.

Spesso, però, non viene interpretato nel modo giusto ed è per questo che avvengono i conflitti.

È opportuno, quindi, essere molto chiari con i proprietari ed avvisarli che potrebbe essere molto pericoloso rispondere all’animale e che l’unico comportamento corretto da attuare per evitare il conflitto è interrompere l’interazione.

Se lo sai, evita

In determinate circostanze è abbastanza frequente e normale che il gatto soffi.

Se in un sistema familiare viene introdotto un nuovo animale è scontato che la reazione del gatto di casa alla vista del nuovo soggetto sia soffiare.

Il gatto in questo caso, soffiando, esprime la sua irritazione, la sua rabbia ed è pronto ad attaccare il soggetto che è entrato nel suo territorio.

Occorre, quindi, che il nuovo pet sia introdotto nel nucleo familiare sempre gradualmente per evitare conflitti e facilitare la convivenza.

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Il soffio come risposta a un incontro con un soggetto estraneo è perfettamente normale.
© Garna Zarina – shutterstock.com

Il modo migliore per introdurre un nuovo gatto dove ne è già presente uno è il ricorso ai consigli di un Medico veterinario comportamentalista.

In base alla situazione familiare e alle caratteristiche degli animali potrà infatti indicare quale sia il miglior iter da seguire.

Anche le manipolazioni da parte del veterinario sono malviste dal gatto che, in genere, reagisce soffiando.

Abituarlo ad andare dal medico sin dalla più giovane età non solo sarà utile per mantenere ottimale il suo stato di salute, ma anche per aiutarlo a vivere questa esperienza in modo sereno.

Imparare a riconoscere i segnali

Non sempre chi convive con un felino domestico ha conoscenze etologiche tali da riuscire a capire ogni volta che cosa il pet gli sta dicendo.

Il soffio del gatto ha un ruolo decisamente importante nella comunicazione felina e andrebbe sempre contestualizzato.

A volte però i proprietari si rivolgono allo specialista solo dopo aver subito un’aggressione da parte del loro animale.

Non dare la giusta importanza a questo comportamento potrebbe essere molto pericoloso non solo per l’integrità dei proprietari, ma anche per il benessere psico-fisico del gatto.

L’occhio clinico dell’esperto

Il gatto che soffia improvvisamente senza una motivazione apparentemente valida richiede una visita comportamentale.

Solo lo specialista, valutando attentamente i comportamenti del gatto, le dinamiche relazionali esistenti all’interno del nucleo familiare e l’ambiente in cui esso vive, riuscirà a capire quale sia il problema che spinge il gatto a soffiare in determinate circostanze.

Talora, tale comportamento può essere determinato anche da un oggetto che infastidisce il pet ed è considerato talmente minaccioso da spingerlo a mettere in atto tale comportamento. Questo perché gli ricorda un evento stressante oppure perché è semplicemente rumoroso.

Il gatto è un amante del silenzio ed è necessario che la casa in cui vive sia organizzata in modo tale da riservargli più campi d’isolamento, ovvero più spazi atti al riposo.

Durante l’isolamento, il pet non vuole essere disturbato e quindi potrebbe rispondere soffiando a chiunque gli si avvicini, intendendo chiaramente dire “Lasciami stare”. Ed è proprio questa frase che dovrebbe echeggiare nella testa di tutti i proprietari ogni volta che il loro gatto soffia.

Dunque, spesso ciò che determina un comportamento quale il soffiare non è altro che la spia di un disagio psico-fisico vissuto dal pet. Quindi, il più delle volte, per ottenere un risultato efficace, è necessario apportare modifiche ambientali e utilizzare la ludoterapia per rendere più salda la relazione tra gatto e proprietario. Tramite l’attività ludica il gatto ha la possibilità di sfogare le proprie energie spesso represse da uno stile di vita troppo casalingo.

Si consigliano in generale sessioni di 5-10 minuti da ripetere più volte nell’arco della giornata in base alle necessità del soggetto.

Tutti a scuola

Così come per i proprietari di cani, anche per i pet-owner di gatti sarebbero senz’altro utili corsi tenuti dai medici veterinari comportamentalisti per spiegare come relazionarsi con il proprio pet, per insegnar loro a interpretarne i comportamenti.

Anche nelle scuole sarebbero utili lezioni che insegnino ai più giovani a conoscere il significato di alcuni comportamenti dei loro pet.

Se poi in un prossimo futuro venisse introdotta come materia “Basi di etologia del cane e del gatto” ciò migliorerebbe sicuramente la relazione tra pet e owner.

Solo così, già i più piccoli conoscerebbero l’etogramma del loro pet ed avrebbero gli strumenti necessari per comunicare in modo corretto con il loro animale.

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