Le patologie cardiache del gatto, spesso occulte fino a stadi avanzati della malattia, rappresentano una delle sfide diagnostiche più importanti per il medico veterinario. Un webinar (il terzo della serie “Alfabeto del Gattino”) organizzato dal GISPeV (Gruppo Italiano Studio Pediatria Veterinaria) in collaborazione con AIVPaFe (Associazione Italiana Veterinari Patologia Felina) e condotto dalla dott.ssa Melissa Papa (specialista in cardiologia, resident ECVIMCA, Cardiology, clinica veterinaria Gran Sasso – Milano), ha fornito spunti importanti riguardo alla gestione delle cardiopatie più comuni nei gatti e sulle razze a rischio che dovrebbero essere sottoposte a screening preventivi.
Come sottolineato dalla relatrice, nel contesto della visita del gattino è infatti fondamentale porre attenzione a possibili segnali di patologie cardiache e proporre controlli mirati nei soggetti predisposti.
Cosa proporre durante la visita del gattino?
Durante la visita del gattino, il veterinario dovrebbe procedere a una valutazione cardiovascolare di base e, in base a razza e anamnesi, proporre ulteriori approfondimenti diagnostici.
Iniziando dall’auscultazione cardiaca, sono stati rammentati i 5 focolai di auscultazione cardiaca nel gatto.
- Parasternale sinistro a livello di V-VI spazio intercostale (focolaio mitralico)
- Parasternale sinistro a livello di II spazio intercostale (focolaio polmonare)
- Parasternale destro a livello di IV-V spazio intercostale (focolaio tricuspidale)
- Sternale a livello di IV sternebra (focolaio aortico)
- Sub-ascellare sinistro (grossi vasi, PDA, persistenza del dotto arterioso)
Nella specie felina l’auscultazione è più difficoltosa che nel cane, soprattutto nel gattino a causa della taglia ridotta, della frequente emissione di fusa o vocalizzazioni, dello stato di agitazione e della frequenza cardiaca alta. A un’auscultazione normale si riscontra ritmo regolare con frequenza compresa tra 120 e 240 bpm.
Eventuali soffi cardiaci, aritmie o toni cardiaci attenuati suggeriscono la necessità di esami più approfonditi.
I soffi possono essere classificati come patologici (i più comuni sono diastolici) o innocenti (non rari nei cuccioli, che presentano un ematocrito inferiore rispetto agli adulti, caratteristica che comporta una viscosità ematica inferiore), ma nel gatto possono essere anche causati da eccessiva compressione toracica durante il contenimento e l’auscultazione. Localizzazione e tipo di soffio raramente sono patognomonici (fa eccezione la PDA) e l’intensità non è indicativa della gravità della patologia.
Inoltre, nel gatto il ritmo di galoppo è da considerarsi sempre patologico ed è sintomo di disfunzione diastolica o dilatazione camerale in seguito a cardiomiopatia.
La misurazione della pressione arteriosa si rivela utile nei soggetti predisposti per individuare ipertensione sistemica.
L’ecocardiografia rappresenta invece il gold standard per la diagnosi di cardiomiopatia ipertrofica e di altre anomalie strutturali, e dovrebbe essere proposta soprattutto ai proprietari di soggetti appartenenti a razze a rischio, oltre che in caso di riscontro di anomalie all’auscultazione.
Test genetici per la cardiomiopatia ipertrofica (HCM) sono consigliati per i soggetti di razza Maine coon e Ragdoll per individuare le mutazioni genetiche associate alla patologia (è infatti segnalata la trasmissibilità autosomica dominante a penetranza incompleta).

Il dosaggio dell’NT-proBNP (estremità N-terminale del pro-ormone del peptide natriuretico cerebrale, biomarker cardiaco di stiramento del muscolo cardiaco e del sovraccarico di volume) è invece utile per individuare precocemente disfunzioni cardiache nei casi dubbi.
Le cardiopatie più frequenti nel gatto
La dott.ssa Papa ha successivamente evidenziato le principali cardiopatie feline, soffermandosi sulla diagnosi precoce e sulla gestione del paziente. Le cardiopatie si suddividono in congenite e acquisite.
Cardiopatie congenite
Le cardiopatie congenite (CC) sono rare nel gatto, con prevalenza variabile nei diversi studi tra lo 0,2 e il 3,5%; circa il 15% delle cardiopatie è diagnosticato in corso di ecocardiografia. Le forme molto gravi sono incompatibili con la vita e portano a morte perinatale, mentre altre forme possono essere asintomatiche e sono diagnosticabili solo con indagini ecocardiografiche.
Le cause di queste cardiopatie possono essere genetiche, ambientali, infettive, tossiche, farmacologiche, nutrizionali. Le cardiopatie congenite, come nel cane, possono essere associate ad altri difetti (ad esempio, criptorchidismo) e vengono riportate soprattutto in gatti a pelo lungo.
La cardiopatia congenita più diffusa, secondo quanto riportato in letteratura, è il difetto del setto interventricolare (VSD), singolo o associato ad altre cardiopatie congenite. L’età media alla diagnosi è di 33 mesi (1-240 mesi) nei gatti con cardiopatie congenite isolate e 12,9 mesi (2-72 mesi) nei gatti con forme associate; le razze maggiormente affette da CC sono Comune europeo (58%), Maine coon (11%) e Persiano (10%).

Una presenza maggiormente significativa nel sesso femminile è attribuita al difetto del setto atrioventricolare (AVSD). I gatti comuni Europei presentano frequentemente dotto arterioso pervio (PDA) e VSD, mentre nei soggetti di razza Exotic sono significativamente prevalenti i difetti del setto interatriale (ASD).
Le displasie della valvola tricuspide sono invece associate perlopiù a soggetti di razza Sacro di Birmania. La relatrice ha sottolineato che la prevalenza delle cardiopatie nelle varie razze può variare secondo i diversi centri di ricerca, in conseguenza della differente distribuzione geografica delle razze e della diffusione di linee di sangue differenti.
Cardiopatie acquisite
Queste patologie possono avere un decorso subclinico per lungo tempo, rendendo lo screening precoce un elemento chiave nella prevenzione e nella gestione della malattia.
La cardiomiopatia ipertrofica (HCM) è la malattia cardiaca più diffusa nel gatto, caratterizzata da un ispessimento patologico del miocardio con conseguente riduzione della capacità di riempimento del cuore. La sua progressione può portare a insufficienza cardiaca congestizia, tromboembolismo e morte improvvisa.
La cardiomiopatia restrittiva (RCM), meno frequente dell’HCM, è caratterizzata da una rigidità delle pareti cardiache che compromette il riempimento ventricolare.
La cardiomiopatia dilatativa (DCM), oggi più rara grazie all’integrazione della taurina nei mangimi, si manifesta con una dilatazione patologica del cuore e ridotta capacità contrattile.
La displasia della valvola mitrale è un’anomalia congenita che può secondariamente causare insufficienza mitralica e scompenso cardiaco. Esistono poi cardiopatie non classificate, come alcune forme miste, e cardiopatie transitorie, associate a forme infettive/infiammatorie del miocardio, solitamente in relazione a eventi pregressi.
Razze a rischio: quali sottoporre a screening?
Alcune razze feline presentano una predisposizione genetica alle cardiopatie, e la dott.ssa Papa ha evidenziato l’importanza dello screening ecocardiografico nelle seguenti categorie di animali:
- geneticamente predisposti alla cardiomiopatia ipertrofica (sono disponibili anche test genetici per individuare mutazioni specifiche): Maine coon e Ragdoll;
- caratterizzati da una maggiore incidenza di HCM rispetto alla popolazione felina generale: British shorthair e Scottish fold;
- a rischio di HCM, sebbene con variabilità individuale: Sphynx e Devon rex;
- predisposti a diverse anomalie cardiache, tra cui la displasia mitralica: Persiano ed Exotic shorthair.

Per queste razze, è raccomandata una valutazione cardiologica periodica anche in assenza di sintomi.
Fondamentale istruire il proprietario
Durante l’incontro è stata ribadita più volte l’importanza dello screening cardiologico nei gattini, specialmente per le razze predisposte, ed è stato sottolineato il ruolo centrale del medico veterinario nel sensibilizzare i proprietari sull’importanza della prevenzione. L’educazione del proprietario è infatti fondamentale: insegnare a riconoscere i segni clinici di malattia cardiaca (affaticamento, intolleranza all’esercizio, difficoltà respiratorie, sincopi, distensione addominale/ascite, trascinamento dei posteriori) può favorire un intervento tempestivo.
Le cardiopatie feline spesso restano silenti fino agli stadi avanzati, rendendo essenziale una diagnosi precoce attraverso esami mirati. Integrare la valutazione cardiologica nella visita del gattino non solo permette di individuare precocemente eventuali anomalie, ma garantisce ai nostri pazienti felini una qualità di vita migliore e una gestione più efficace delle patologie cardiache.
Take-home message
- Effettuare un’auscultazione accurata.
- Utilizzare l’ecocardiografia per indagare anomalie rilevate all’auscultazione, per la valutazione preanestesia e per lo screening periodico per patologie acquisite.
- Considerare l’associazione razza-patologia nelle cardiopatie congenite e acquisite.
Le altre lettere dell’alfabeto del gattino: