Il secondo incontro del ciclo formativo “L’alfabeto del gattino” organizzato da GISPEV (Gruppo Italiano Studio Pediatria Veterinaria), si è focalizzato sul mantenimento dello stato di benessere del gattino durante una visita medico-veterinaria. Relatrice dell’incontro è stata la dott.ssa Raffaella Bestonso (medico veterinario comportamentalista, esperto in comportamento animale FNOVI, socia fondatrice di AIVPAFe), che ha esordito nell’esposizione con l’analisi della percezione da parte del proprietario della visita veterinaria, in particolare quella pediatrica, a cui viene sottoposto il gatto: da uno studio del 2010 è emerso che per il 27% dei proprietari la visita veterinaria rappresenta un evento stressante e che è diffusa la convinzione che la vita indoor del gatto riduca la necessità di visite.
Un’esperienza rigorosamente positiva
Le visite iniziali del gattino devono rappresentare un’esperienza positiva per l’animale, ma anche per il proprietario. Quest’ultimo sceglie la struttura veterinaria a cui affidare le cure del proprio animale influenzato da diversi fattori ma valutando soprattutto la modalità con cui il veterinario tratta l’animale.
Per quanto riguarda invece il paziente, esperienze negative, stress, contenzione e ansia sono spesso causa di comportamenti aggressivi durante la visita ambulatoriale. A tal proposito, è stato sottolineato che l’apprendimento e l’associazione delle esperienze che il gattino vive rimarranno durature nel tempo, sia quelle positive che quelle negative.

Il medico veterinario che si occupa di pet dovrebbe dunque sempre monitorare se l’approccio alla visita clinica e la struttura stessa in cui opera siano “cat friendly”, così come indicato dalla ISFM (International Society of Feline Medicine) e cioè considerare:
- elevati standard di cura e benessere per i gatti;
- presenza di personale preparato nel gestire correttamente gatti e gattini (con rispetto e delicatezza);
- un ambiente dedicato ai gatti e rispettoso delle esigenze feline per ridurre lo stress e favorire l’approccio del personale operativo;
- il programma Cat friendly practice di AAFP (America Association of Feline Pratictioner), secondo il quale il team dev’essere accogliente verso i gatti, utilizzando un corretto approccio clinico in considerazione del corredo etologico di questi animali.
La metodologia di comunicazione adottata dal medico veterinario dovrebbe essere sempre empatica e costruttiva, con chiare indicazioni e informazioni di base sulla corretta gestione dell’animale, soprattutto in caso di prima esperienza di accoglienza di un gatto da parte di proprietari neofiti (in particolare è opportuno soffermarsi sull’allestimento domestico delle cucce, sulla zona di alimentazione, per le lettiere, e su tipologia e modalità di utilizzo di trasportini per viaggi e contenzione).
L’esperienza “visita del gattino”
L’esperienza “visita” del gattino inizia prima della visita clinica in sé, con l’approccio al trasportino, l’esperienza del viaggio, l’esposizione a odori, suoni, panorami nuovi, l’attesa in un luogo nuovo (rappresentato dalla sala d’aspetto) con la possibile presenza di altri animali della stessa specie o di specie differenti.
È necessario affrontare con il proprietario l’argomento della scelta del trasportino (che dovrebbe essere rigido e con apertura anche dall’alto) e del suo utilizzo in modo corretto (ad esempio lasciandolo, nell’ambiente domestico, in compresenza di odori e oggetti famigliari), spiegando anche che è utile instaurare alcune abitudini che possono essere correlate a esperienze positive (ad esempio, iniziare con piccoli viaggi non legati alla visita veterinaria).

Alcuni consigli utili e pratici da indicare al proprietario affinchè il viaggio non diventi un’esperienza negativa per il gattino sono:
- dotare il trasportino di un cuscino e coprirlo con una coperta;
- utilizzo di oli essenziali e feromoni appaganti;
- in caso di più gattini, utilizzare diversi trasportini;
- posizionare il trasportino a terra per limitare la cinetosi;
- un atteggiamento di guida calmo, evitando rumori forti e musica a volume elevato;
- sostenere e fissare il trasportino per evitare oscillazioni o urti contro oggetti;
- nei tragitti a piedi il trasportino andrebbe portato con due braccia per evitare oscillazioni, e ad altezza elevata per evitare possibili incontri con cani e per soddisfare il comportamento esplorativo dall’alto, tipico del gatto.
Per quanto riguarda la struttura, gli ambienti dovrebbero essere adeguatamente puliti e igienizzati, evitando deodoranti o profumi troppo intensi, ventilando gli ambienti e garantendo adeguata illuminazione, sistemi di contenimento per evitare fughe, diffusori spray (con oli essenziali come lavanda, vetiver, salvia, basilico, e/o feromoni felini) oppure dispositivi a onde sonore e vibrazioni.
Accettazione e sala d’attesa rappresentano il primo impatto del proprietario e dell’animale con la struttura. Sarebbe dunque auspicabile garantire, all’arrivo in struttura, un ambiente tranquillo, senza sovraffollamento per evitare stress sia alle persone che agli animali.
La sala d’attesa dovrebbe essere cat friendly e dedicata in modo da poter garantire la sicurezza e tranquillità di cui il gatto ha bisogno per ambientarsi. La zona dedicata ai gatti dovrebbe essere visivamente separata da quella in cui sostano cani, con spazio a sufficienza per offrire posti a sedere per i proprietari e sistemazioni per i trasportini in alto (120 cm o più dal pavimento).
Il trasportino coperto offre protezione e limitazione alle minacce visive anche con altri soggetti felini. Una cartellonistica informativa sarà utile a dare indicazioni ai proprietari riguardo alla gestione degli spazi tra gatti e cani, mentre può essere molto apprezzata dalle persone in attesa la consultazione di materiale divulgativo sui gatti e in particolare sulla gestione del gattino.
Tutti gli ambienti della struttura dovrebbero avere una temperatura confortevole con illuminazione a luce naturale o comunque con luce non troppo intensa, limitando i rumori forti e, ove possibile, insonorizzando le sale visita per evitare la percezione di vocalizzazioni di altri animali (interpretabili dal gattino come minacce). Inoltre, le finestre dovrebbero essere schermate per evitare la percezione di minacce all’esterno (ad esempio, per il passaggio di un cane).
La possibilità di dedicare orari differenti alle visite dei cani e dei pazienti felini può poi limitare lo stress dovuto alla promiscuità di specie. Sarebbe anche opportuno disporre di una sala visita dedicata esclusivamente alla visita di soggetti felini, con porte e finestre dotate di sistemi di controllo per evitare fughe, ponendo attenzione a evitare che si formino aree non evidenti e inaccessibili per gli operatori in cui i gattini potrebbero andare a nascondersi.
Il tavolo visita dovrebbe essere dotato di una copertura in gomma antiscivolo e corredato di cibo e giochi. Attrezzature e apparecchi (ad esempio bilance, termometri, tosatrici) dovrebbero essere scelti in materiali morbidi, non traumatizzanti, e dovrebbero essere silenziosi e a portata di mano per evitare troppi movimenti, fastidiosi per il gattino.
Dedicare al gattino (e al proprietario) il tempo necessario
La visita clinica del gattino (soprattutto la prima) richiede un tempo adeguato alla raccolta anamnestica. Nel corso di quest’ultima il gattino avrà la possibilità di prendere confidenza con l’ambiente dal trasportino o direttamente esplorando la sala visita. Non sempre la visita dev’essere effettuata sul tavolo visita, ma può avvenire in altre zone dell’ambulatorio dove il gattino si sente più a suo agio.
Sarebbe auspicabile evitare un iniziale contatto diretto improvviso (che può essere traumatico) e non forzare l’uscita dell’animale dal trasportino, ma favorire un approccio proattivo da parte del gattino stesso. Per una visita efficace occorre:
- muoversi lentamente;
- adottare un tono di voce moderato;
- evitare rumori forti e improvvisi (ad esempio, sibili);
- evitare frequenti interruzioni della visita e l’ingresso di estranei;
- evitare il contatto visivo diretto e tenere il gattino rivolto verso il proprietario durante la visita clinica;
- effettuare manipolazioni dolci (che mimino carezze);
- evitare contenzioni (come la presa dalla collottola);
- condurre le procedure più “fastidiose” (come la rilevazione della temperatura e l’ispezione del condotto auricolare) preferibilmente alla fine della visita;
- sospendere la visita in caso di manifestazioni di disagio da parte del gattino;
- tenere a disposizione un asciugamano per la contenzione in previsione di procedure più impegnative.

Nella comunicazione con un proprietario neofita è necessario fornire fin dalla prima visita alcune utili informazioni. La comunicazione con il proprietario di un gattino dev’essere comunque sempre corredata da empatia e comprensione e deve utilizzare un linguaggio chiaro, comprensibile e appropriato, sfruttando diversi mezzi di comunicazione (orale, visivo, scritto) per indicare le varie scadenze di visite cliniche, indagini diagnostiche e profilassi; risulta utile programmare eventuali invii di promemoria tramite diversi canali (messaggistica, e-mail, ecc).
Consigli per il proprietario
Alcune informazioni sono importanti per una corretta gestione alimentare e comportamentale del gattino.
- Il gatto è un cacciatore e carnivoro obbligato (attirato dal suono e dall’odore delle prede), crepuscolare, territoriale, molto sensibile agli odori, tendenzialmente solitario. I gattini imparano il comportamento di caccia e durante la crescita si esercitano ad attaccare (consigliabile evitare il gioco con mani e piedi).
- Il gatto ha abitudini alimentari con piccoli e frequenti pasti in zone appartate e solitarie.
- Per l’abbeverata (con acqua pulita cambiata frequentemente) sono consigliabili fontanelle o ciotole poco profonde, disposte in zone lontane dal cibo.
- Le lettiere devono essere posizionate lontano dal cibo e dalle zone di passaggio.
- Creare un arricchimento ambientale con giochi, tane, nascondigli, tiragraffi, una zona riservata al grooming, e zone elevate con mensole, scale e percorsi.
Il gattino ricoverato
La degenza può essere una condizione molto stressante per il gattino; dunque, risulta fondamentale che l’ambiente sia pulito, sicuro, silenzioso. Regolarità e prevedibilità delle interazioni per controlli clinici e terapie aiutano inoltre a soddisfare la necessità di controllo tipica del gatto, con riduzione dello stress.
Il ricovero dei gatti dovrebbe essere previsto in gabbie poste a un’altezza di almeno 120 cm dal suolo, con pareti solide che impediscano il contatto visivo con altri soggetti. Le gabbie in acciaio sono “fredde” e potenzialmente riflettenti, quindi andrebbero rese confortevoli suddividendole in zone in cui il gattino si percepisca nascosto e/o zone sopraelevate, ad esempio, ponendo all’interno un trasportino o una scatola di cartone.
Coperte e oggetti provenienti da casa, alimento e tipologia di lettiera abituali aumentano il comfort durante la permanenza in degenza. Anche stimoli positivi come gioco e carezze alleviano lo stress del gattino ricoverato, soprattutto se l’interazione avviene con un ridotto numero di operatori. La conoscenza da parte del proprietario dell’organigramma dello staff che si occupa del loro gatto costituisce elemento importante; l’utilizzo di fotografie con l’indicazione dei nominativi e delle competenze dei sanitari può rafforzare la compliance nell’affidamento dell’animale.
Le altre lettere dell’alfabeto del gattino: