Ogni giorno l’uomo è di fronte a cambiamenti, perché ogni giorno muta l’ambiente dove vive e le persone che lo circondano. Il problema si crea quando cerca di resistere strenuamente a questa ineludibile tendenza. La soluzione è ristabilire un contatto con il proprio spirito.
Interrogativi e ricerca della felicità
La giornata non è iniziata nel migliore dei modi per il dottor Rossi. Da qualche tempo, ogni volta che si reca al lavoro, sente una morsa allo stomaco. Più che una fitta è un senso di vuoto che lo coglie già la sera, non appena si mette a letto e pontifica sulle visite che ha pianificato per l’indomani in clinica. Dopo vent’anni di onorata carriera “ci sta” che la motivazione cominci a languire, ma questa volta la situazione è più seria e probabilmente non coinvolge solo quell’area della sua vita che prende il nome di “professione”. È la sua profonda e personale idea di “felicità” a essere entrata in crisi.
Perché abbiamo una famiglia, una casa e persino un appartamento al mare o in montagna, eppure sentiamo che nella nostra vita manca qualcosa? Perché la sera, proprio come Rossi, stanchi per tutti gli impegni della giornata, invece di addormentarci serenamente restiamo svegli a rimuginare per ore sulla nostra routine, immaginando scenari e cambiamenti? Perché restiamo sorpresi e di solito rispondiamo in modo vago se qualcuno ci chiede quali sono le nostre passioni o quello che ci piace fare?

Questi interrogativi accompagnano tutti noi in diversi momenti della vita: è come se qualcosa, a prescindere dai piccoli e grandi traguardi raggiunti negli anni, continuasse a sfuggirci di mano. Famiglia, carriera, indipendenza economica, aiutare gli altri, viaggiare, avere fama e celebrità: qual è la nostra idea di felicità? Sono tanti gli studi che confermano il vecchio adagio che “i soldi non fanno la felicità” e che le persone sono più contente quando riescono a realizzare i propri desideri o appagare le aspettative, piuttosto che per le ricompense economiche.
Sono le esperienze positive, la condivisione e le relazioni interpersonali a gratificarci. Anche Rossi, nonostante la dedizione al suo mestiere gli abbia dato non solo preoccupazioni ma una massiccia iniezione di benessere, sente che quando trascorre del tempo con gli amici, parte per un viaggio o suona il suo strumento preferito si sente davvero a proprio agio.
Davvero prima il dovere e poi il piacere?
Ma la nostra infelicità parte da lontano. Ripensando a quando eravamo bambini il nostro unico scopo era fare ciò che più ci piaceva, ma mentre ci accingevamo a metterlo in pratica i solerti genitori erano pronti a riportarci coi piedi per terra con la famosa frase “prima il dovere, poi il piacere”, segnando chiaramente un confine tra ciò che avremmo voluto fare e ciò che, invece, dovevamo fare.
In questo modo, fin dall’infanzia, abbiamo imparato che quello a cui vorremmo dedicarci è totalmente separato da tutto il resto che, invece, dobbiamo fare per rispondere alle aspettative altrui. Nasce così un conflitto profondo, perché è come se in noi si creassero due distinte identità: una che raccoglie i nostri desideri e le nostre passioni e un’altra che si nutre di doveri a cui non possiamo venir meno se vogliamo che famiglia, colleghi e amici continuino ad apprezzarci.
Questa seconda identità, spesso, prevale sulla prima e attraverso di essa costruiamo il nostro vivere: seguiamo orari, regole, rincorriamo compiti e ci preoccupiamo dell’immagine che mostriamo agli altri, dimenticandoci della nostra vera essenza, di quello che ci emoziona e ci rende felici.
Ascoltare sé stessi
“Penso sia giunto il momento di fare dei cambiamenti”, sussurra il veterinario a denti stretti, mentre strofina il tavolo delle visite con un panno igienizzato, non avendo però la più pallida idea da dove partire. In realtà, la cosa non è poi così difficile poiché per favorire il cambiamento basta cominciare ad ascoltare sé stessi.
L’essere umano trae soddisfazione dalle azioni concrete con cui esprime il proprio spirito, volendo indicare con questo termine romantico l’insieme delle idee, delle emozioni e delle percezioni che si muovono nelle pieghe della nostra anima. Trovarsi in armonia con esso rende più consapevoli della direzione da tenere per raggiungere l’autentica felicità, favorendo così i cambiamenti.
I cambiamenti nella vita dell’uomo avvengono ogni giorno, perché ogni giorno muta l’ambiente dove vive e le persone che lo circondano. Il problema si crea quando cerca di resistere strenuamente a questi cambiamenti, proprio come sta facendo anche Rossi da alcuni anni a questa parte. Nonostante sia facile a dirsi, allineare vita e spirito non è certo una passeggiata.
Solo di rado ci prendiamo il tempo di ascoltare quello che le nostre percezioni più profonde ci suggeriscono, ma rimaniamo profondamente sordi alla vocina che ci dice che stiamo vestendo un abito oramai logoro e che stringe da tutte le parti. Allora, per abitudine o paura, attiviamo il meccanismo della distrazione, quello che ci porta a riempire le nostre vite di attività insoddisfacenti o che non ci arricchiscono (e non parlo di soldi). Rossi, come tutti quelli che come lui si sentono intrappolati nell’infelicità, non si ritiene capace di affrontare i cambiamenti, non conosce le strategie per gestirla e non sa da che parte iniziare.
I passi per assecondare i cambiamenti
I cambiamenti spaventano perché ci obbligano a uscire dalla nostra zona sicura, a correre dei rischi e soprattutto a dover imparare a comunicare con noi stessi per diventare consapevoli dei desideri più profondi. Anziché ascoltare gli istinti e le emozioni tendiamo a dare attenzione alla voce del nostro Io, quella che scaturisce dall’immagine di noi stessi che vogliamo trasmettere al mondo esterno, comprese le idee e le convinzioni a cui teniamo di più ma che, in gran parte, abbiamo edificato a partire dalle altrui aspettative.

Il problema è che quello che gli altri vorrebbero da noi non sempre coincide con le nostre aspirazioni; perciò, quando l’Io prende il sopravvento si genera insoddisfazione e noi diventiamo la nostra maschera. È possibile rompere questo meccanismo che influisce così negativamente sul nostro equilibrio interiore? Fortunatamente sì e puoi provarci anche tu.
La soluzione è ristabilire un contatto con il proprio e per farlo un semplice esercizio ti aiuterà a trovare la tua centratura, ossia l’equilibrio tra l’Io e quella parte di te più profonda, un’armonia che si colloca tra la coscienza dei tuoi bisogni attuali e la rappresentazione ideale del tuo futuro:
siediti in una posizione comoda, con i piedi poggiati sul pavimento;
- cerca il tuo baricentro e rilassati;
- presta attenzione al tuo corpo: ascoltati, percepisci le tensioni;
- quando ti senti a tuo agio, inizia a seguire il ritmo del respiro;
- prendi carta e penna e dividi un foglio in 3 sezioni:
- Una lista delle attività spossanti dove scrivere tutto ciò che ti costa fatica fare e risucchia letteralmente le tue energie. Non solo attività che ti stancano fisicamente o mentalmente, ma azioni che ti rendono energeticamente più debole, sia mentre le svolgi che quando le hai terminate. Inserisci anche tutto quello che ti annoi di fare, che ti rende più pigro o ti demotiva.
- Una lista delle attività rigeneranti: al contrario di quelle spossanti, le attività rigeneranti sono quelle che ti stancano fisicamente o mentalmente ma, incredibilmente, riescono a ricaricarti e ogni volta che ti impegni in esse il tempo sembra scorrere più veloce. Sono compiti che aumentano la tua voglia di fare, ti rendono creativo e attivano le tue risorse: in poche parole tutto ciò che ti appassiona ed esprime quello che sei nel profondo.
- Una lista dei “cosa farei se”: tutti noi abbiamo dei sogni nel cassetto o delle ambizioni ancora da realizzare. Quante persone hai sentito dire “se fossi ricco, comprerei una bicicletta e girerei per il mondo!”, oppure “se tornassi indietro studierei da architetto: magari oggi sarei famoso!”. Anche Rossi ha sicuramente i suoi “cosa farei se”, una serie di idee che, un po’ per mancanza di tempo, un po’ perché le novità lo spaventano, si è limitato a immaginare senza prenderle sul serio in considerazione. Come per lui, anche per te questo è il momento di metterle tutte nero su bianco! Non preoccuparti se ti verranno in mente cose che ritieni impensabili a questo punto della tua vita: non si tratta di un elenco di obiettivi da perseguire, ma di elementi che ti permetteranno di capire sempre meglio chi sei e a cosa aspiri. Di scoprire quella parte in profondità che la voce della ragione mette in ombra.
Attraverso le cose elencate nella lista è possibile entrare in contatto con le nostre emozioni – le sole in grado di dirci chiaramente chi siamo – e mettere a fuoco sia ciò che ci indebolisce, sia le passioni che ci rendono più forti e ci gratificano.
Liberarsi delle aspettative altrui
Infine, fissare sulla carta, e nella nostra memoria, quello che faremmo se non ascoltassimo i giudizi, le insicurezze e i timori nostri e altrui. Rossi, se vorrà uscire dall’impasse, dovrà cominciare a dedicare più tempo a sé stesso e liberarsi dal peso delle aspettative altrui, “spegnendo il cervello” – per quanto possibile – in modo da riuscire ad ascoltare le sue sensazioni.

Individuando quali sono le attività che stimolano le sue emozioni positive, le azioni che gli tolgono energia, quelle che lo ricaricano o che gli piacerebbe sperimentare, ha la possibilità di cominciare a mettere in atto i cambiamenti e porre un piede davanti all’altro.
La giornata volge al termine e Rossi ha ancora una piccola domanda alla quale, questa lunga notte, cercherà di dare una risposta: “Qual è il più piccolo, semplice passo che potrei fare per andare nella direzione dei miei sogni e diventare ciò che davvero desidero?”
Di seguito le altre avventure disponibili del dott. Rossi alle prese con le sfide della vita da veterinario: