Dopo 24 anni, pareggiati i piedi a tante bovine nelle situazioni più svariate, cosa rimane? Un notevole bagaglio di esperienza, successi e delusioni, qualche incidente, molti allievi e tanti amici, con i quali l’autore ha diviso la fatica di un duro lavoro e, talvolta, la squisita cucina di una massaia di campagna.
Le esperienze di cui ha scritto non hanno quei supporti statistici che oggi sono ritenuti la base dei lavori scientifici e sono definibili come “aneddotiche”, ma tutto ciò a cui fa riferimento è stato visto e provato in prima persona.
I contributi scientifici più importanti sono derivati dalla sua partecipazione a vari convegni internazionali sulle patologie del piede ruminante e dall’avere collaborato, in prima persona, alla realizzazione del progetto europeo di ricerca “Lamecow” che, privilegio unico, le ha permesso di vedere da vicino la punta di diamante della ricerca mondiale in tema di patologie podali del bovino.
Il lettore si renderà conto che il libro non è un unico discorso: ogni capitolo può essere letto per primo o può essere saltato; l’ordine di lettura non è importante. Speriamo che i lettori non rimpiangano il tempo che spenderanno nel leggere di una delle sfide più avvincenti della zootecnia moderna: il mantenimento della salute del piede nel bovino da latte.